«Fascista italiano» in una scuola a Londra – Corriere della Sera

E’ il CL English Language, che si trova a Northfields Avenue

«Fascista italiano» in una scuola a Londra

Lo scrive il Guardian a proposito di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova

LONDRA (Gran Bretagna) – Il quotidiano britannico Guardian punta
i suoi riflettori su un «leader fascista italiano», Roberto Fiore, che a Londra
«controlla» una popolare scuola di lingue e ha «legami con il British National
Party (Bnp), un partito britannico di estrema destra spesso alla ribalta per le
sue tendenze xenofobe e razziste. La scuola in questione si chiama CL English
Language, si trova a Northfields Avenue nell’ovest di Londra ed è frequentata
da molti ragazzi italiani. A detta del quotidiano progressista londinese Fiore
la dirige da oltre due anni. Mentre a tenere la contabilità sono i genitori di
Nick Griffin, controverso leader del Bnp.

FUGGIASCO – In Italia Fiore è attualmente a capo di Forza Nuova.
Arrivò da fuggiasco in Gran Bretagna nell’ottobre 1980. In patria – scrive il Guardian
– la polizia lo cercava per la strage dell’agosto di quell’anno alla
stazione ferroviaria di Bologna, considerandolo un membro dell’organizzazione
di estrema destra Nuclei Armati Rivoluzionari. L’Italia chiese la sua
estradizione ma la giustizia britannica dette parere negativo. Nel 1999, non
rischiando più l’arresto e il carcere dopo parecchie vicissitudini giudiziarie,
Fiore ha potuto ritornare in Italia e operare come leader di Forza Nuova, «un
partito anti-immigrazione che punta alla revoca delle legge contro la ricostruzione
del partito fascista» declina il quotidiano britannico.

«NULLA DI ILLEGALE» – Il Bnp ha confermato che Fiore e Griffin si
conoscono ma ha detto al Guardian – molto interessato proprio a
quest’aspetto – che non riceve assolutamente finanziamenti sottobanco dalla
scuola di lingue diretta dall’italiano. Da parte sua gli avvocati di Fiore si
sono limitati a sottolineare che nella conduzione della scuola «non c’è nulla
di illegale».


29 febbraio 2008(ultima modifica: 01 marzo 2008)

http://www.corriere.it/esteri/08_febbraio_29/fascista_sucola_londra_e57267e8-e6dd-11dc-84b2-0003ba99c667.shtml

 

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“Nazirock” di Claudio Lazzaro, presentato a Torino – Possibile che la storia non riesca a insegnare nulla?


Giovedì 10 aprile ore 21,30
Documè Cineteatro Baretti
Via Baretti 4 Torino
Ingresso Gratuito

Interviene l’autore 

NAZIROCK
di Claudio Lazzaro
Italia/2008 – 75 min. – Nobu Production 

rassegna stampa, trailer e dettagli : www.nazirock.it  – www.docume.org

Dall’autore di Camice Verdi
l’estrema destra vista dall’interno: la sua musica, i capi, le
alleanze, i rituali, lo sdoganamento politico che sta aprendo ai
nazifascisti italiani le porte del potere istituzionale. La destra
radicale in Italia può raggiungere il mezzo milione di voti e diventare
determinante, in un quadro politico in cui ne bastano 25.000 a decidere chi governerà il Paese. Per questo viene sdoganata.

NAZIROCK racconta questo
passaggio politico, usando come filo conduttore le band che
infarciscono di testi fascisti la loro musica "skin", "oi", "white
power" e "punkadestra". Il film apre con le immagini dei "due milioni"
convocati a Roma dall’opposizione al governo Prodi, il 2 dicembre 2006,
ma soprattutto racconta la Nashville
dell’estrema destra: una grande manifestazione, organizzata da Forza
Nuova, il movimento guidato da Roberto Fiore (condannato a nove anni
per banda armata), che si è svolta a Viterbo, nel Lazio, con la
partecipazione dei principali gruppi rock assieme a militanti e a
leaders provenienti da Spagna, Germania, Francia, Grecia, Libano e
Romania. Alla manifestazione di Forza Nuova si vendono decalcomanie
filonaziste, stemmi con la faccia di Hitler da applicare alle felpe,
testi negazionisti che non temono di sfoggiare in copertina titoli come
"Auschwitz: fine di una leggenda". Dal palco ascoltiamo politici e
intellettuali provenienti dalla Germania, dalla Spagna, dalla Grecia,
dalla Romania, discettare di "cataclisma multirazziale" e "Uomo Nuovo
di fronte alla Decadenza". Assistiamo fino a notte fonda, nel grande
hangar che di giorno ospita i dibattiti, allo spettacolo dei concerti
rock: una folla a braccio teso nel saluto nazifascista, giovani che
srotolano un grande striscione, accuratamente stampato. Il testo, in
caratteri cubitali: "PIU’ NAZISMO PER TUTTI". Tra i relatori, a
Viterbo, forse il più applaudito è Luigi Ciavardini, condannato a 30
anni per la strage di Bologna, che dieci giorni dopo il suo intervento
al Campo d’Azione viene arrestato per rapina. Appassionato anche
l’intervento di Andrea Insabato, condannato a 12 anni, poi ridotti a 6,
per l’attentato dinamitardo alla sede del Manifesto. Mentre gli Hobbit
intonano un inno allucinato alla violenza negli stadi "Frana/la curva
frana/sulla polizia italiana" che anticipa, e sembra invocare, gli
scontri sanguinosi di Catania e la morte dell’ispettore Filippo Raciti
Ma ancora più interessanti e rivelatrici sono le interviste ai giovani
che partecipano al meeting politico, facce da proletari, ragazzi che
non hanno occhi cattivi, ma che potrebbero fare cose molto cattive,
guidati da chi sa strumentalizzare la loro voglia di giustizia e la
loro ignoranza a volte abissale. Li ascoltiamo senza commentare, li
guardiamo, nel montaggio alternato coi brani nazirock, inframezzati ai
materiali di repertorio che ricordano gli orrori e le distruzioni
provocati da un’ideologia portatrice di morte e vergogna. Un incubo che
lascia spiazzati, perché la domanda è sempre la stessa: "Possibile che
la storia non riesca a insegnare nulla?"

 
Per informazioni:
Associazione Documè
Via San Pio V 14c
10125 Torino

011 6694833
340 6017081
www.docume.org
informazioni@docume.org

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A Brescia contro Forza Nuova

CHI SONO I VERI CLANDESTINI?

Giovedì sera l’organizzazione neofascista Forza Nuova ha indetto un presidio con fiaccolata in via Milano. Questa manifestazione pubblica si colloca all’interno della loro campagna elettorale, attraverso la quale propongono il neofascista Luca Castellini come candidato sindaco per il comune di Brescia. Già troppe volte, nel centro della città, si sono resi visibili con i loro vecchi arnesi di purezza razziale, tradizioni e odio contro il "diverso". Difendono la "famiglia tradizionale", perciò chi si pone fuori da questo rigido schema è un nemico da combattere; portano avanti campagne contro la legge 194, ottenuta con la lotta, negando di fatto la possibilità alle donne di decidere del proprio corpo e della propria vita. Arrivano addirittura ad affermare, col più becero populismo, di volere cacciare tutti gli immigrati dalla città! (I quali, in realtà, nel tessuto sociale bresciano sono più "integrati" di loro .)
Via Milano, con la sua forte componente di migranti, è, secondo questa logica, il simbolo del degrado: per questo hanno indetto una fiaccolata contro l’immigrazione. Ma purtroppo non sono i soli ad additare interi gruppi sociali come vera causa nostri problemi: la psicosi securitaria attraversa entrambi gli schieramenti. Intere categorie di persone, arabi, rom, ultras, pericolosi terroristi, vengono di volta in volta ad essere bersaglio di campagne mediatiche e repressive, volte ad individuare il capro espiatorio sul quale concentrare l’attenzione di tutti, distogliendola dai veri problemi che attanagliano le vite di ognuno.
E’ vero, non siamo sicuri, ma di cosa? 
Di arrivare alla fine del mese, perché i salari sono troppo bassi, o di non crepare sul posto di lavoro, e Brescia detiene il triste primato delle morti bianche in Italia. Non siamo sicuri per la strada, perché le aggressioni da parte dei fascisti a giovani militanti, o a ragazzi semplicemente colpevoli di avere un aspetto "di sinistra", aumentano sempre più.

Ma quella che ci vendono è una storia diversa, dove l’immigrato è il problema. Tutto ciò porta ad una guerra tra poveri, nella quale i soli a vincere sono i responsabili dello sfruttamento, proprio coloro che aumentano le spese militari a scapito dei servizi sociali, e mantengono la precarietà. Gli stessi che fanno passare i vari pacchetti sicurezza, espressione della logica che vuole ogni forma di dissenso criminalizzato; che definiscono i nuovi confini della devianza, per i quali ogni comportamento anomalo è da sanzionare e reprimere. 

Per questo riteniamo inaccettabile, oltre che provocatoria, una fiaccolata razzista nella zona di Brescia dove più alta è la concentrazione di migranti, che di certo non costituisce nessun problema: l’incontro tra culture e modi di vita differenti è un arricchimento per tutti.

Il simbolo del degrado, questa volta non di Brescia, ma dell’intera società nella quale viviamo, non è chi si sposta per cercare una vita migliore, ma i fascisti e i razzisti.
 
I veri clandestini sono loro.

MOBILITAZIONE CONTRO LA FIACCOLATA RAZZISTA DI FORZA NUOVA,

GIOVEDI’ 3 APRILE ORE 20.00, IN VIA MILANO, ANGOLO VIA LUZZAGO (davanti alla sede della provincia)

C.S. Magazzino 47, Collettivo Studenti in Lotta, Gruppo Antiautoritario Bresciano, Associazione Diritti per Tutti, Radio Onda d’Urto

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“Il cuore nero dei giovani d’Italia.Viaggio alla scoperta dell’ultradestra” di Concita De Gregorio

Il cuore nero dei giovani d’Italia

Viaggio alla scoperta dell’ultradestra

Tra nuovi slogan e vecchi ideali, identikit del “balilla” del 2008

di CONCITA DE GREGORIO

ROMA – I balilla che governano la “Cosa nera”, parlamento
delle scuole romane, non si riconoscono dalla divisa: non ce l’hanno.
Nemmeno quella diffusa sui giornali da foto d’archivio: ray-ban a
goccia specchiati e bomber di pelle, capelli cortissimi. Non si usa
più: sono i più grandi semmai a bardarsi ancora così, gli ultra
ventenni e Cesare Previti quando si veste da giovane, la domenica
mattina. I ragazzini di 15-17 anni eletti in liste di destra che
gestiscono gli 80mila euro della Consulta provinciale studentesca
insieme alla gloria di aver defenestrato la sinistra da sempre al
potere sono indistinguibili da migliaia di loro simili.

Andrea Moi, 17, presidente della Consulta, è un adolescente con la
voce ancora sottile, secondo di tre figli cresciuto in mezzo a due
sorelle, vive a Roma Sud – Colli Albani – e va a scuola al Terzo
istituto d’arte, fermata della Metro Giulio Agricola. Milita in Azione
giovani da quando aveva 13 anni, è in consulta da quando ne aveva 14.
Dice che “un tempo a scuola in assemblea si parlava solo di temi
difficili e lontani dagli interessi dei ragazzi tipo l’Europa, gli anni
Settanta. Ora finalmente di discute di cose che interessano a loro: il
caro cd, il caro libri”. Va così e attenzione a sottovalutare o
liquidare con spallucce la portata dell’onda.

Le battaglie sono per utilizzare l’aula di informatica, mettere i
pannelli solari sul tetto, fare più ore di educazione fisica e più gite
“a contatto con la natura”, possibilmente senza telefonino perché “lo
spirito se ne giova”. Per avere libri di testo non obbligatori, insomma
non studiare la storia solo sul Villari, ma almeno affiancarlo, dice
Moi, a “un libro che mi dica che la Rivoluzione francese è stata anche
una carneficina e che non liquidi in tre righe la rivolta di Vandea”.


A Roma otto anni fa gli studenti di destra eletti nel Parlamento dei
ragazzi erano 20 su 400. Oggi sono la maggioranza assoluta, più di 200.
Decuplicati. Marco Perissa, 25 anni, responsabile scuola per Roma di
An: c’era allora e c’è adesso. Nel ‘99 era uno dei consiglieri della
Consulta, “facemmo il libro bianco sull’edilizia scolastica”. Dice: “Ha
vinto la destra perché ha perso la sinistra. Ci siamo inseriti
nell’antipolitica e abbiamo rubato voti alla sinistra ideologica. Le
abbiamo opposto una destra pragmatica: non tutti gli studenti che ci
votano sono di destra, anzi. Ci votano perché facciamo le cose. Perché
gli anni Settanta sono lontani e non si può restare lì, perché pensiamo
all’oggi”.

Dunque vediamo, oggi. Oggi al Tufello, periferia romana, c’è qualche
centinaio di studenti di sinistra che sfila in mezzo ad una
impressionante saracinesca di polizia: ricordano Valerio Verbano,
studente dell’Archimede ucciso dai fascisti nell’80, sua madre apre il
corteo. Esprimono solidarietà a Simone, ex studente dell’Aristofane di
Vigne Nuove picchiato qualche giorno fa da una spedizione punitiva del
Blocco studentesco, falange scolastica della Fiamma.

Il Blocco – sede principale a Casa Pound, centro sociale di destra –
ha conquistato quest’anno 55 rappresentanti alla Consulta. Uno di loro
è Giorgio Evangelisti, 17 anni, studente del Convitto nazionale fin da
quando era in terza elementare. Il Convitto è la scuola della classe
dirigente, fama di rigore estremo. Giorgio dice che “è l’ora di finirla
con questa storia che siamo violenti e razzisti. Al corteo per le foibe
c’erano quattro ragazzi di colore, uno di loro è attivista nella
sezione di Roma Nord. Picchiare ci si picchia, ogni tanto, succede da
sempre. Però quando noi abbiamo fatto volantinaggio davanti al Tasso
due mesi fa sono venuti a menarci con caschi e bastoni, una cosa
organizzata, non dico bugie, e non ne ha parlato nessuno. Fa notizia,
la violenza, solo quando fa comodo a sinistra”. Non è proprio così,
questa è una versione di Giorgio, parte in causa.

Dice anche che è una bugia che la destra cresca solo in periferia e
la sinistra mantenga le roccaforti del centro storico. Vediamo la mappa
delle scuole, come è cambiata. Fortino del Blocco è il Farnesina,
scientifico di Vigna Clara: è lì che è cominciata la prima occupazione
della Destra “perché non se ne poteva più di far lezione nei container,
ci pioveva dentro”. Due del Blocco sono eletti al liceo classico
Visconti, piazza del Collegio romano, la sede del processo a Galilei.
Al Righi, lo scientifico più rinomato della città, il rappresentante di
istituto è di Azione studentesca, braccio nella scuola di Azione
giovani. Il Giulio Cesare, un tempo classico di destra, ha oggi un
esponente di sinistra e uno cattolico. Restano “rossi” il Mamiani, il
Virgilio, il Tasso.

La destra va fortissimo allo scientifico dei Parioli, l’Azzarita,
dove il Blocco raccoglie firme per far intitolare l’aula magna a Nanni
De Angelis. “Sa chi è? – domanda Evangelisti – un ragazzo degli anni
Settanta”. Due consiglieri di destra sono stati eletti al classico
Nomentano, uno allo scientifico Benedetto da Norcia, due al tecnico
Armellini di San Paolo fuori le mura. Non si parla solo di Ostia,
dunque. Andrea Moi cita il coraggio del giovane eletto con As al
Machiavelli di via dè Volsci, quartiere San Lorenzo, roccaforte storica
della sinistra radicale, Radio popolare e controcultura militante.
“Però non lo nomini per favore perché magari a scuola non lo sanno che
è di destra”. Ecco, magari non lo sanno.

La novità è che il 65 per cento degli studenti romani ha votato a
destra ma magari, una parte almeno, non lo sa. Azione studentesca ha
uno slogan che dice “Contro lezioni tristi e grigi professori, per una
scuola capace di divertire e unire”: un programma capace di raccogliere
l’unanimità dei consensi. Quando il Blocco chiede “più ore di
ginnastica” non lo fa esponendo un manifesto di prestanza fisica
neomussoliniana, sui manifesti delle elezioni scolastiche ci sono gli
eroi del film western e Bart Simpson quello dei cartoni animati, e poi
fare più ginnastica vuol sempre dire fare meno greco e estimo. Per
arrivare allo scacco del due a uno (la Cosa nera vede 15 consiglieri
alla destra, 10 alla sinistra) le due liste romane di destra, fra i
quattordicenni, hanno fatto “propaganda sulle cose”.

Aule più belle, libri e cd meno cari, più ginnastica e più gite.
L’anticomunismo un sottile sottofondo, scenario per ora marginale.
Intanto stare meglio, divertirsi di più. Poi è alle manifestazioni
politiche che tornano fuori i simboli, le croci runiche e le aquile.
Arrivano i venti e anche trentenni, lì. Sono loro che menano la danza.
L’8 febbraio era previsto un convegno della Consulta al teatro
Brancaccio. Tema: “Istria, Slovenia, Dalmazia: anche le pietre parlano
italiano”. Dopo tanti convegni sulla Resistenza, dicono i balilla, ora
che il vento è cambiato finalmente uno sulle foibe.

Perissa, il responsabile scuola: “Purtroppo 15 attivisti del
collettivo del Virgilio hanno tirato un fumogeno nel teatro, Costanzo
ha ritirato la disponibilità della sala, duemila studenti pacifici sono
rimasti per strada. La riprova questo che non è un paese libero”. Le
cronache di quel giorno raccontano una storia diversa. Scontri violenti
in via Nomentana fra adulti neofascisti e studenti delle scuole del
centro. Nel blog di Casa Pound però c’è scritto che non bisogna
leggerli i giornali. La verità è nella “forza dell’azione”. La
rivoluzione è la nostra: “Sveglia bastardi, la ricreazione è finita”.
Marx, ha stancato: “Dopo Marx, aprile”. Una nuova primavera invisibile,
per alcuni inconsapevole. Ma si sa che la coscienza politica si forgia
con costanza: a tredici anni voti per la gita in Abruzzo, a sedici per
i computer nuovi in aula d’informatica. Le foibe dopo, c’è tempo.

Repubblica (23 febbraio 2008)

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“Università, la carica delle liste di destra” di Anna Maria Liguori

 

Università, la carica delle liste di destra

Prime a Tor Vergata. E ora tentano il bis anche nell´ateneo di Roma Tre
di Anna Maria Liguori

Conquistano spanna dopo spanna il vasto territorio universitario:
la destra, non più quella dura e pura degli ultras, ha ormai un
ruolo fondamentale nella compagine degli atenei romani, riuscendo a
scalzare la sinistra. Persino Roma Tre, intoccabile feudo rosso,
sta subendo la scalata di Azione Universitaria legata ad Alleanza
Nazionale mentre l´estrema destra di Blocco studentesco della
Fiamma Tricolore e i giovani di Storace, Gioventù Italiana, sono
inesistenti.

«In due anni siamo passati ad essere la seconda lista d´ateneo»
afferma Stefano Pacetti, senatore accademico di Azione
Universitaria a Roma Tre «Sono 800 tesserati su una popolazione di
circa 35 mila studenti. Tre anni fa eravamo la quinta lista
d´ateneo. Siamo risultati credibili perché ci siamo messi a
disposizione portando avanti delle iniziative di sindacalismo
studentesco come le tasse universitarie e il numero degli appelli
straordinari cosa ambita dagli studenti».

La parola d´ordine infatti è «accanto agli studenti», un tipo di
proselitismo caro anche alla sinistra. «A queste iniziative abbiamo
affiancato le nostre consuete battaglie politiche – continua
Pacetti – tutte le iniziative atte a promuovere la cultura e i
valori come la campagna sui servizi dell´università come il diritto
allo studio, i trasporti le mense e le residenze». E negli ultimi
anni la destra di Roma III si è opposta fortemente alla sinistra
come nella battaglia delle Coca Cola contro chi la voleva vietare
in Ateneo, o quella della mostra sulle foibe e negli ultimi mesi è
stata fatta l´unica occupazione universitaria per protestare contro
il ministro Mussi e i tagli all´università».

Diego Piccoli coordinatore della lista di centrosinistra
"Ricomincio dagli studenti" ribatte sulla situazione a Roma Tre:
«Noi siamo la prima lista d´ateneo, con il 38 per cento dei
consensi. Siano presenti in tutti gli organi centrali e abbiamo la
maggioranza in molti consigli di facoltà. Roma Tre è un´università
molto spostata a sinistra, ci sono anche i collettivi che sono la
terza lista d´ateneo. In questi ultimi anni c´è in effetti
un´avanzata della destra, che si è organizzata molto bene. C´è un
buon confronto tra noi. Mentre nella facoltà di Scienze politiche
c´è la destra più estrema e li il clima è più aspro ed è molto più
facile che ci sia lo scontro piuttosto che il confronto».

Roma Tre vive una situazione opposta a quella della Sapienza, dove
Azione Universitaria è praticamente inesistente. «La situazione
però è cambiata negli ultimi mesi – dice Alessandro Caruso di
Azione Universitaria – proprio perché c´è un vento che ci spinge
nelle università e abbiamo riattivato i nuclei delle facoltà
storiche come giurisprudenza ed economia. E abbiamo dimostrato quel
che siamo il giorno dell´inaugurazione dell´anno accademico quando
siamo stati l´unico gruppo a protestare all´interno della città
universitaria per la mancata visita del Papa, davanti al rettorato,
tutti studenti della Sapienza di Azione universitaria».

Tor Vergata è invece interamente conquistata della destra. Negli
ultimi dieci anni ha sempre rappresentato l´ateneo e qui Azione
Universitaria ha riscosso i maggiori successi: sempre eletti i loro
rappresentati negli organi centrali e negli organismi nazionali
(Cnsu) e tuttora sono prima lista d´ateneo. «Non è solo un momento
di grazia, dietro c´è la fatica costante degli studenti militanti –
sottolinea Luciano Cavaliere di Azione universitaria – sono i più
attivi: entrano la mattina alle 8, fanno l´affissione delle
locandine con il tema del giorno e fanno il volantinaggio, poi sono
a disposizione negli spazi deputati alla rappresentanze
studentesche e lì ricevono gli studenti per aiutarli a fare il
piano di studi o per altre cose, poi rimangono fino a sera e sono
sempre gli ultimi ad uscire».

 Repubblica (26 marzo 2008)
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Presentazione del libro”Fausto e Iaio trent´anni dopo:raccolta di scritti,documenti e testimonianze,per non dimenticare”

Milano 20 marzo C.S.Leoncavallo
 

Presentazione del libro"Fausto e Iaio trent´anni dopo:raccolta di scritti,documenti e testimonianze,per non dimenticare" A cura dell´Associazione familiari e amici di Fausto e Iaio

Partecipano:

Danila Tinelli – Madri Antifasciste del Leoncavallo

Mauro Decortes – Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

Maria Iannucci – Associazione familiari di Fausto e Iaio

Daniele Biacchessi – giornalista

Marco Philopat – scrittore

Manlio Milani – Associazione Familiari vittime di Brescia

Francesco Barilli – Reti invisibili

Stefania Biagetti – Associazione madri per Roma città aperta

Giovanni Impastato – Archivio Peppino Impastato

 

Sono qua, seduta su un foglio dove scorre l’inchiostro e mi appare  il tuo viso ,dolce e allegro.

Sono fra mille persone, ognuna e’ diversa ma ognuna sei tu. Ti vedo in ogni cospo, ti sento in ogni voce,

ti cerco in ogni strada. E poi, nell’allegria dell’inchiostro ti ritrovo e ti bacio. Adesso il tuo viso non e’ piu’

trasparente, adesso ti posso accarezzare, il tuo sorriso e’ cldo e vicino, i tuoi occhi sono davanti ai miei.

Ti ho con me e domani ti portero’, ti rivedro’ in ogni viso, ti cerchero’ altre volte, nell’allegria di uin sorriso:per

poi tornare ad avvolgermi nella felicita’ di ritrovarto ancora con me.

Bigliettini raccolti in via Mancinelli 18 marzo 1978- Dal libro di Fausto e Iaio

 

Testimonianza di stefania

Parlare del proprio fglio non sempre e’ facile, specialmente quando non ci sono piu’ i suoi occhi sorridenti, la sua voce che

riecheggia nelle stanze, quando ogni giorno te lo devi reinventare per rendere il distacco piu’ accettabile.

Chi e’ RENATO? Potrei usare un’infinita’ di aggettivi per descrivelo ma mi limito  a dirvi  solo che e’ un ragazzo

speciale, che sa veicolare l’amore, l’allegri, la gioia di esserci, ama la musica tanto da averne fatto la sua professione, un

ragazzo dagli occhi magici e dal sorriso che cqattura lo sguardo, pacifico in tutte le sue manifestazioni, crede

nell’onesta’ e nel rispetto degli altri, anche se portatore di interessi e ideali differenti.

Non  vede nel prossimo un nemico, conduceva una vita scandita al ritmo dell’amore dello studio e del suono.

Una maledetta mattina di fine estate il 27 agosto 2006, al termine di in concerto di musica reggae sul litorale di una

spiaggia romana, ha incontato le lame di due dei tanti
invasati della cultura neofascista, dell’odio per il diverso e
dell’aggressione

grauita e, in quaranta secondi la giovane vita di mio figlio veniva spezzatacon otto terrificanti coltellate, date con crudelta’

inaudita.

Hanno parlato di lite tra balordi ma Renato non lo e’………….purtroppo e’ stata una vile aggressione;il tatuaggio la croce

celtica di chi lo ha aggredito parlano chiaro; la sua
morte non e’ stata decisa a tavolino in qaulche sede politica, e’
scaturita

da qualche muretto di zona.

Ma questo non attenua il segno questo e’ Fascismo. Parlo sempre al presente di mio figlio perche’ lui esiste……noi non

vogliamo perdere i suoi sogni, o non sentirci in grado di fantasticarne alcuno, non vogliamo che tutto diventi una gabbia

opprimente dalla quale non c’e’ via d’uscita.

I nostri desideri so no quelli di Renato: in noi vibra la sua musica, il suo sorriso la sua voglia di crescere.

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Incendio al Coming Out

Il Comitato Madri per Roma Città Aperta, costituitosi
intorno a Stefania , madre di Renato Biagetti, giovane di 26 anni, accoltellato
un anno fa sulla spiaggia di Focene alla fine di un concerto, esprimere
solidarietà alla comunità gay romana per
l’incendio di probabile origine dolosa
che ha devastato il “Coming Out” luogo di incontro delle persone
lesbiche gay e trans della città. Questo episodio conferma la preoccupazione
delle Madri per il clima di intolleranza , di aggressione che sta riducendo gli spazi democratici della
nostra città. Apprezzando e ringraziando per
l’appoggio che la comunità gay,
lesbica e trans romana ha voluto offrirci in occasione di un iniziativa del nostro Comitato sul tema del
proliferare di gruppi neofascisti responsabili a Roma di molte aggressioni nei
confronti della diversità in qualunque
forma esso si manifesti, politica, culturale e di genere, il Comitato si
impegna ad aderire e a collaborare alle iniziative della comunità gay , lesbica e trans, perché Roma resti una città aperta ad ogni diversità.

 

Comitato Madri per Roma città Aperta

Venerdì 22 febbraio

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lettera all’Assessore alla Cultura di Roma Silvio Di Francia

Gentile Assessore

Il Comitato Madri per Roma Città Aperta, costituitosi
intorno a Stefania , madre di Renato Biagetti, giovane di 26 anni, accoltellato
un anno fa sulla spiaggia di Focene e a cui il sindaco ha intitolato la sala
convegni della Città dell’Altraeconomia, vuole esprimerle la preoccupazione per
la sua possibile  partecipazione
all’incontro che si terrà l’8 febbraio prossimo al Brancaccio organizzato dalla
Consulta provinciale degli studenti sul tema delle Foibe.

L’iniziativa si svolgerà in contemporanea con la
manifestazione nazionale organizzato sullo stesso tema da Blocco Studentesco,
organizzazione di chiaro stampo neofascista, nei metodi e nei contenuti (come
potrà facilmente dedurre dai materiali elaborati presenti nel loro sito) i cui
rappresentanti sono stato protagonisti di molte aggressioni nelle scuole di
Roma e di altre città italiane. Da tempo i gruppi neofascisti stanno ricercando
visibilità e dimensione sociale nel disagio del nostro paese ( vedi l’emergenza
rifiuti in Campania, vedi la presenza nelle curve) e nei “vuoti” storici,
sociali, economici lasciati dalle istituzioni democratiche.

Questi tentativi di conquistare spazi nella vita sociale
della nostra città e del nostro paese, con azioni di tipo squadristico che
stanno riducendo di fatto la vita democratica , sono di fatto “incoraggiati”,
da una pericolosa scelta di equidistanza e di “pacificazione” dell’Amministrazione
Comunale e delle istituzioni nel loro complesso. I treni per Auschwitz e per le
Foibe ( per cui avete votato recentemente uno stanziamento) devono essere
guidati dalle istituzioni democratiche entrambi con l’impegno di raccontare
alle giovani generazioni e a noi stessi una sola verità.  Non bisogna consentire che uno dei treni
venga “occupato” e dirottato da gruppi che palesemente si rifanno al fascismo.

Nell’invitarla a presenziare la commemorazione delle foibe
in un ambito più chiaramente democratico, magari organizzato dalla stessa
Amministrazione Comunale, e a non intervenire in quella del Brancaccio dove potrebbe
convergere la manifestazione di chiaro stampo neofascista di Blocco Studentesco,
Le chiediamo un incontro per esprimerle direttamente i nostri timori e le
nostre motivazioni.

Comitato Madri per Roma
Città Aperta

In occasione della manifestazione di Bloccco Studentesco sulle foibe – 8 febbraio 2008

 

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Solo schegge di fascismo?

Solo
schegge di fascismo?

Riflessioni
a più voci sul significato dell’antifascismo oggi a Roma

Il
30 gennaio alle ore 17
Presso la Sala della Città
dell’Altraeconomia
,

intitolata recentemente
dal Sindaco Veltroni a Renato Biagetti, giovane accoltellato
mortalmente a Focene all’uscita di un concerto organizzato dalla
sinistra, si terrà un
incontro sul tema:
“Solo schegge di fascismo?”

per dare voce a
riflessioni sugli avvenimenti accaduti a Roma negli ultimi
anni.

L’assassinio di Renato, le aggressioni ad omosessuali
e a transgender , le aggressioni contro studenti nelle scuole
romane, le aggressioni in occasione di concerti, le aggressioni a
centri sociali, a gruppi di immigrati da parte di gruppi neofascisti
e di quanti a quelle parole d’ordine e modalità di
intervento si rifanno delineano il diffondersi proprio fra i più
giovani di comportamenti che rifiutano i valori della democrazia,
della tolleranza e della civile
convivenza e una preoccupante
riduzione degli spazi democratici della vita quotidiana della nostra
città.

All’incontro del 30 gennaio 2008, che
raccoglie un appello lanciato alla Casa
della Memoria dall’ANPI
e da alcune associazioni studentesche e sottoscritto
da numerose
personalità del mondo della cultura e della
politica,
parteciperanno:


Alessandro Portelli,
delegato del Sindaco di Roma alla memoria,

Rosario
Bentivegna, medaglia d’oro della resistenza,

Federica
Pezzoli, Responsabile trans, laicità e multiculturalità
per Arcigay Roma

Haidi
Giuliani, senatrice

Associazione
verità per Aldro, sezione Roma

Le
ribellule

Studenti
auto-organizzati

studenti
delle scuole superiori e dell’università.


L’incontro
è il primo appuntamento di un programma di interventi
organizzato
dal comitato Madri per Roma città Aperta per
contrastare la diffusa
indifferenza e sottovalutazione, anche
istituzionale, per quanto sta
accadendo nella città.
Il
comitato si è costituito intorno a Stefania, madre di Renato
Biagetti,
che, come altre madri nel mondo, vuole che da un dolore
immenso e
insopportabile scaturisca un impegno altrettanto forte
di ritorno alla vita
perché questi episodi non possano più
ripetersi.

Madri
per Roma Città Aperta

Sala
Renato Biagetti, Città dell’Altraeconomia, Largo Dino
Frisullo
Ex Mattatoio, Testaccio. Roma

Pubblicato in Le iniziative delle Madri per Roma Città Aperta | Commenti disabilitati su Solo schegge di fascismo?

Documento del Comitato Madri per Roma Città Aperta

A
Roma
crescono
disparità sociali, disagi alloggiativi , precariato selvaggio,
con un r
itardo
nella valutazione
da
parte delle istituzioni
delle
condizioni di degrado createsi nella città e un’
inefficacia degli interventi risolutivi offerti.

Una
“città aperta” non
deve
consentire la diffusione di condizioni di degrado economico e
sociale, adottando in tempo misure di monitoraggio delle esigenze
dei
cittadini
che
via via si vengono a creare con le modifiche del mercato del
lavoro, lo sviluppo di tessuti urbani periferici, l’afflusso dei
migranti e attivando interventi sociali tempestivi che contrastino
efficacemente il proliferare dei contesti degradati in tutto il
territorio urbano.

L’impressione
diffusa che si ha oggi a Roma è quella di “disordine”. di
incertezza , di paura, spesso alimentata dai media e dall
e
stesse reazioni delle istituzioni che rispondono ai fatti di violenza
con atti repressivi indiscriminati, come
casi
recenti

che hanno visto protagonisti appartenenti
a
gruppi rom e cittadini romeni.
Sgomberi
e demolizioni hanno cancellato insediamenti esistenti da tanto tempo,
teatri di sofferenza e di morte, ignorate e dimenticate troppo a
lungo.

In
risposta a questo stato di malessere si è spesso scelto lo
scontro sempre più aspro fra esclusione e inclusione, che è
diventato occasione per la destra di richiedere deportazioni di
massa per romeni, rom, persone con disagio e senza tetto, con
dichiarazioni che riecheggiavano “modalità” dei regimi
fascisti e nazisti e che hanno rappresentato un “invito” agli
interventi squadristici razzisti dei gruppi neofascisti .

Interpretare
il disagio della città solo come lotta tra esclusione e
inclusione , significa alimentare la cultura dell’ineguaglianza da
sempre peculiare del pensiero della destra, istituzionale e
neofascista, accompagnata dal principio della difesa della
nazionalità da qualsiasi inquinamento etnico. Per la destra
l’ineguaglianza è in natura e legittima la caccia al diverso
che di volta in volta può essere Rita Levi Montalcini,
l’omosessuale, il calciatore di colore, la “zecca” comunista,
quello a cui piace una musica diversa dalla tua.


 

Ma
agli odiosi temi del razzismo e dell’intolleranza, la destra ,
istituzionale e neofascista, sta affiancando in modo sempre più
capillare e sistematico, quelli dell’attacco alla vita democratica
del paese, cercando
di
radicarsi

nel disagio sociale e nelle difficoltà del vivere della nostra
città e del paese.

Per
trovare
spazi la destra si è trasformata,

ha cambiato la sua immagine

“a cura“di uomini comunque cresciuti
secondo
modelli e pensieri del regime fascista e dei protagonisti del
neofascismo delle stragi e dei golpe.

Una
trasformazione evidente nelle formazioni neofasciste, che da gruppi
“militari” si ricostituiscono come
gruppi “ sociali”, sulla base dei principi del primo fascismo,
rifacendosi al suo carattere”rivoluzionario” e populista. Un
neofascismo che non assume più le forme del terrorismo
militarizzato , ma che usa la democrazia come strumento per
conquistare quegli spazi sociali che la Costituzione gli ha negato
sessanta anni fa, dove la parola popolo è riferita alla folla
che omaggia il trionfatore, dove l’oppositore viene intimidito,
dove il diverso viene deportato, dove l’uso della forza e della
violenza è funzionale all’esercizio del potere.


 

Perché
oggi tanti giovani, anche quelli che non si definiscono di destra,
subiscono il fascino della destra e dei gruppi neofascisti ?

Ce
lo dicono proprio i gruppi e le tante associazioni che la
rappresentano e che ormai si muovono a loro agio nella musica, nel
web, nella scrittura, nelle forme artistiche . Citiamo dal web:


Oggi
esiste una vena che può fare tendenza ed erodere, con messaggi
decisamente più incisivi, fette di attenzione giovanile fino a
ieri considerate irraggiungibili. Per agire nella società
occorre saper comunicare. Occorre prestare la massima attenzione nei
confronti di settori come la grafica, la musica, la pittura, la
comunicazione informatica. “Perimetro“ intende riappropriarsi dei
settori che ritiene indispensabili per edificare una nuova tendenza
culturale che contribuisca a creare un retroterra recettivo,
preparato o almeno non ostile nei riguardi di tematiche politically
incorrect….”


Fare
tendenza” per attrarre giovani e renderli
ricettivi
alle tematiche “politically incorrect”come :

Il
razzismo,

caccia al diverso, allo straniero, al povero, al deviante, a chi non
accetta di appartenere al gruppo.

La
cultura sessista,

omofoba, intollerante, escludente che nasconde la paura e
l’incapacità di misurarsi con altre culture, di mettersi in
discussione. 

La
violenza,

ovvero la mitizzazione e l’uso della forza, delle armi, dei
coltelli che vengono sfoderati e mostrati in ogni occasione.
L’ammirazione per il più forte, il più macho, il più
prepotente. La nascita di numerose bande di adolescenti che
terrorizzano i quartieri di periferia. Il bullismo che si diffonde
nelle scuole.

Attrarre
le fasce giovanili: dove? Nel web, nei concerti… Organizzare le
fasce giovanili: dove: negli stadi………Così un giovane
ultrà di sinistra racconta la curva:“il tifo organizzato è
quasi tutto ispirato da una cultura che ha fatto della prepotenza,
dell’arroganza e, più in generale, dell’odio verso l’altro
il proprio carattere distintivo. E forse è un fatto ancora più
grave. Perché sono cani sciolti antipolitici che agiscono in
modo spontaneo, in un humus fascistoide. Come il caso di Renato
Biagetti, ragazzo di sinistra, ucciso da un giovane animato da questi
valori ma non riconducibile a una sigla politica dell’estrema
destra. La curva è una spugna della società:
se
nei quartieri, non solo periferici, si respira un clima fascista,
nello stadio ciò si manifesta.”

Le
curve sono diventate spazi di aggregazione e organizzazione,
utilizzate dai gruppi neofascisti e dalla destra per costruirsi una
visibilità mediatica e una dimensione sociale in occasione di
emergenze non solo locali ma anche nazionali come è accaduto
per i rifiuti .


 

Per
tutti questi motivi nasce il Comitato Madri Per Roma Città
Aperta. Nasce dalla paura di una madre che ha perso il proprio figlio
per un’aggressione da parte di due giovani che si rifacevano
proprio ai modi di pensare e di agire del fascismo violento, razzista
e intollerante. Nasce dalla paura delle molte aggressioni avvenute
nella città di Roma e della debolissima risposta delle
istituzioni.

Le
madri del comitato si sono domandate cosa si potesse fare di
costruttivo perché non si potevano più tollerare altre
morti né situazioni che diventavano sempre piu’ violente.

Le
donne, e le madri non vogliono figli uccisi, né desiderano
lapidi alla memoria, piazze e vie intitolate. Le madri generano, e
vogliono rigenerare le vite dei figli spezzate dalle lame, spezzate
sulle strade rincorrendo la precarietà del lavoro, ad un posto
di blocco, durante una manifestazione. Vogliono rigenerare anche i
sogni spezzati dei loro figli, da contratti non rinnovati, da spazi e
case negate, dall’impossibilità di amarsi e generare.Le madri
argentine hanno rigenerato la memoria dei figli scomparsi, le madri
dei paesi violentati dalla guerra continuano a generare figli e a
mantenere in vita i popoli del mondo.
Per questo il Comitato
intende agire in prima persona con una frase d’ordine:


 

RITORNO
ALLA VITA


 

Come
ritornare alla vita?

Impedendo
che la nuova destra conduca le nuove generazioni, a cui sono stati
tolti i sogni e taciuto o mentito su tante verità, verso
l’intolleranza e la violenza razzista e fascista , armando
giovani come i due assassini di Renato.

Decidendo
di prendere voce ,diventare visibili e denunciare la pericolosità
di questa nuova forma di fascismo. Nuova perche’ il fascismo, si sta
adattando ai cambiamenti del nostro Paese e dei suoi cittadini,
trovando “case” diverse che gli hanno offerto e continuano ad
offrirgli ospitalità.

che
riaccreditano queste nuove forme di fascismo come “culture” di
destra.

Chiedendo
che
Roma continui ad essere città libera e aperta rifiutando che
sul proprio territorio possano attivarsi squadracce che si muovono
contro i suoi stessi cittadini. Roma città aperta rifiutava
nel 1943 la militarizzazione, rinunciando a mezzi difensivi e
offensivi. Una condizione del passato che va riproposta oggi

Costruendo
e percorrendo

la via della convivenza perché Roma continui ad essere una
città aperta e mai più luogo di vili aggressioni
mortali, scontri, assalti.

 

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