FASCISTI SU ROMA

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FASCISTI SU ROMA

Coltellate e video Minacce sul web prima dell’assalto

Giacomo Russo Spena

 

Un video che minaccia gli «All Reds», la squadra di rugby
che si allena nel centro sociale Acrobax. Apparso su youtube venerdì sera. Poco
prima dell’accoltellamento di Fabio Sciacca, aggredito nel giorno del ricordo
dell’assassinio di Renato Biagetti. Le scorribande fasciste a Roma non sembrano
finire. Tanto che il sindaco Alemanno, malgrado la condanna di queste azioni,
appare in difficoltà. Si affida al lavoro dei Ros che stanno preparando
un’informativa sull’aggressione a Ostiense. Da consegnare al pm Pietro
Saviotti. I carabinieri sarebbero orientati per il non attribuire il raid a un
gruppo politico ma a teppisti legati alla microcriminalità e al mondo delle curve
capitoline. Intanto ieri mattina il comitato «Madri per Roma città aperta» ha
prima inscenato un sit-in sotto al Campidoglio, «per chiedere fatti concreti al
sindaco», e poi è stato invitato a salire dal primo cittadino. «Nessuno vuole
rispondere con altra violenza – hanno detto le donne nell’incontro con Alemanno
– ma basta con il sangue. Se chi ha il dovere non interverrà, lo riterremo
responsabile della morte dei nostri figli». Poi hanno proposto di «vigilare»
sulle attività delle occupazioni d’estrema destra. Dal canto suo il sindaco,
apprezzando l’aspirazione alla tolleranza e al desiderio di pacificazione delle
mamme, ha garantito il massimo impegno, «affinché nessun giovane della nostra
città possa rimanere ferito o ucciso per il falso alibi della lotta tra opposti
schieramenti politici». Tema quello degli opposti estremisti rimandato al
mittente da Stefania Zuccari, la madre di Biagetti, che rigetta il ritorno agli
anni ’70: «I nostri figli non sono dei violenti, i fascisti sì». Nell’incontro
s’è anche denunciato un video comparso su youtube venerdì sera, poco prima
dell’accoltellamento di Fabio, « All Reds All Rabbits » (Tutti rossi, tutti
conigli). Gli All Reds, una polisportiva nata due anni fa con l’idea di
costruire intorno all’amore per il rugby politiche di solidarietà e
cooperazione internazionale, sono un’esperienza di aggregazione giovanile. Un
modello che funziona. Quindi da contrastare, per i neri. Il video ritrae un
episodio avvenuto i primi di giugno durante la partita ad Ariccia tra All Reds
e la squadra locale. Una ventina di fascisti, tutti rasati con bomber e anfibi,
fanno un blitz sugli spalti: si siedono a guardare la partita, urlano qualcosa,
scrutano i giocatori in campo in modo minaccioso. Per poi andarsene. Una
comparsata di cinque minuti. Non più. Le immagini, zoomate sui volti degli All
Reds, sono intervallate da scritte come «cercano d’inquinare questo nobile
sport portato in Italia nel Ventennio coi loro metodi da partigiani
assassini… Non ci sarà più un altro ’68, per voi nessuna tregua… stiamo
arrivando». Firmato: «Anti- Antifascismo militante». «È chiaro il carattere
minaccioso delle immagini», fanno sapere gli All Reds che interpelleranno anche
la Federazione nazionale rugb y «per capire se è intenzionata a tollerare questi
comportamenti che nulla hanno a che fare con il prestigio di questo sport».
Oltre il blitz si rischia infatti un problema di incolumità per l’anno
prossimo. I neofascisti capitolini, quelli fuoriusciti da Fiamma, stanno
fondando una propria squadra a Guidonia («Spqr Clan»). Quello ad Ariccia era un
avvertimento squadrista. Sul video la Digos sta già indagando.

 

Il manifesto

2 settembre 2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su FASCISTI SU ROMA

Minacce e insulti alla squadra di rugby degli All Reds

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Minacce e insulti
alla squadra di rugby dei «rossi»

Su Youtube spunta
il video delle teste rasate

 

Revanchismo,ansia
di contrapposizione fisica, bisogno primordiale di marcare un territorio di cui
si sentono padroni. Bisogno di individuare un nemico.

E senso di
impunità.

Nel video che
qualcuno firmandosi «no reds no police» (niente rossi, niente polizia) ha messo
su you tube il 29 agosto c’è tutto.Comprese le minacce e il disprezzo

dell’antifascismo:
«Non ci sarà più nessun ‘68, per voi nessuna tregua. Preparatevi, stiamo
arrivando». Rivolte ai «rossi», ai «reds». Anzi agli «All reds»: la squadra
romana di rugby formata dai ragazzi del centro sociale Acrobax.

Gli stessi che il
29 sera avevano organizzato il concerto in memoria di Renato Biagetti, ucciso
due anni fa dopo una festa «reggae». Anche lui frequentava

l’Acrobax, come suo
fratello che degli All reds è anche allenatore.

«Zecca», lo avevano
chiamato i suoi accoltellatori. E «sporche zecche», hanno gridato anche l’altra
notte le teste rasate che hanno accoltellato Fabio alla gamba. Spuntate a notte
fonda ad aggredire tre ragazzi isolati che dopo il concerto erano andati al
vicino centro sociale Pirateria.

Nel video inserito
su you tube qualche ora prima dell’aggressione, le teste rasate entrano in
azione per una «visitina» sul campo di rugby di Ariccia dove gli All reds

giocano la loro
ultima partita, lo scorso 30 maggio. «Niente saluti romani», si dicono. Non ce
ne è bisogno: bomber e crani scoperti parlano da soli. Le scritte che
accompagnano il video traducono: loro, i «reds», eredi del ‘68 e della
Resistenza «con i loro metodi ereditati dai briganti partigiani e assassini»
sono rimasti «quattro gatti spelacchiati». Riscrittura della storia, rabbia. E
sullo sfondo la curva,

dove gli opposti
estremismi ritornano sotto forma di scontri tra ultras. E dove i “neri” sentono
di aver vinto contro i “rossi”: «Cacciati da entrambe le curve calcistiche

romane». Non resta
quindi che cacciarli anche dal campo di rugby «portato in Italia nel ventennio»
che i «reds» sono accusati di voler «inquinare».

 La madre di Renato, quella di Fabio e le altre
che ieri sono andate a chiedere al sindaco Alemanno di fare terra bruciata
attorno all’estrema destra sono ancora sotto shock. Prima l’incubo di una nuova
aggressione. Poi quel video, che passa in rassegna i loro figli, li sbeffeggia,
li minaccia. «Ce lo siamo passate nella notte, cercando di capire. Perché non
lo fa anche la digos? Perché non li prendono mai?». È l’altra metà della
sicurezza che rivendicano. «Noi la nostra parte di madri l’abbiamo fatta, adesso
devi fare la tua di sindaco, io un altro figlio non lo seppellisco», ha detto
la madre di Renato al sindaco di destra che ora promette

di fare tutto il
possibile «per bloccare qualsiasi spirale di violenza politica».

 

Mariagrazia Gerina

L’Unità 2 settembre
2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su Minacce e insulti alla squadra di rugby degli All Reds

Raid nazi, appello ad Alemanno

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Raid nazi, appello ad Alemanno

La madre di Biagetti: "Ora chiuda i centri sociali di
destra"

di Laura Mari

«Non basta condannare l´aggressione, adesso il sindaco deve
passare ai fatti. Deve chiudere i centri sociali di destra, covi di teppisti
che escono in strada armati di coltelli e catene». Ad alzare la voce, dopo il
raid di estrema destra ai danni di tre ragazzi aggrediti e accoltellati all´uscita
dal concerto in memoria di Renato Biagetti, è proprio Stefania Zuccari, mamma
del giovane ucciso due anni fa a Focene dai militanti di destra.

«Al sindaco Alemanno chiedo innanzitutto di dichiarare che dietro all´omicidio
di mio figlio ci fu un movente politico – dice la madre di Biagetti- e sto
pensando di avviare una raccolta di firme affinché vengano chiusi i centri
sociali di estrema destra, i cui militanti si stanno macchiando di gravissimi
episodi di violenza come il raid di Villa Ada e l´aggressione di venerdì notte
in zona Ostiense». Un raid condannato dallo stesso sindaco Alemanno, che ha
chiesto alle forze dell´ordine di indagare «per accertare se dietro
all´episodio ci sia una forma organizzata di estremismo di destra».

E proprio ieri i tre ragazzi aggrediti alla fine del concerto al parco Schuster
in memoria di Renato Biagetti sono stati interrogati dai carabinieri, che
indagano d´ufficio sull´accaduto, in quanto le vittime non hanno sporto
denuncia. Uno dei ragazzi aggrediti, Fabio Sciacca, di 27 anni, è stato ferito
con una coltellata alla coscia ed è ancora ricoverato al Cto della Garbatella.
«Ci hanno colpito alle spalle al grido di "sporche zecche". Erano in
dieci e avevano le teste rasate» ripete Fabio dal letto di ospedale.

«È l´ennesimo avvertimento, una firma chiara e di matrice politica – dice
sempre Stefania Zuccari – invece di far pattugliare le strade dai militari, le
istituzioni dovrebbero garantire la sicurezza ai nostri figli chiudendo quei
luoghi di aggregazione dell´estrema destra e smettendo di far passare i centri
sociali di sinistra come covi di sovversivi e terroristi». E ancora: «Mi
domando se non ci sia la volontà di far scoppiare una guerra tra opposti
estremismi. Finora, così come mio figlio – accusa tra le lacrime Stefania
Zuccari -, ci sono state troppe vittime dello squadrismo dei giovani di destra.
Al sindaco chiedo di porre fine a questa roulette russa».

La Repubblica


(01 settembre 2008)

 

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su Raid nazi, appello ad Alemanno

Il sindaco di Roma riceve le rappresentanti del comitato “Madri per Roma città aperta”.

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Alemanno: fare luce sull’aggressione all’Ostiense
La madre di Biagetti: non sotterrerò un altro figlio

Video intimidatorio su
Youtube prima dell’assalto

Un fotogramma tratto dal video su Youtube

ROMA (1 settembre) – Nessun giovane romano può essere
ferito o ucciso per "il falso alibi" della lotta fra schieramenti
politici. Dopo l’aggressione a tre militanti di sinistra in via Ostiense,
il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha ricevuto stamani le rappresentanti
del comitato "Madri per Roma città aperta". Dopo l’incontro, le
donne dell’associazone hanno detto di aver trovato su internet un
video intimidatorio che secondo loro è da "collegare"
all’agggressione dell’Ostiense. 

Alemanno. «Ho garantito loro – ha detto il primo cittadino della
capitale riferendosi alle madri del comitato – il massimo impegno da parte del
comune di Roma, affinché nessun giovane della nostra città possa rimanere
ferito o ucciso per il falso alibi della lotta tra opposti schieramenti
politici. Mi sono inoltre impegnato a sollecitare tutti gli organi inquirenti
affinché si faccia piena luce sugli ultimi episodi di violenza e su altri
inquietanti fatti che mi sono stati riportati».
 
La madre di Biagetti. Il sindaco ha parlato anche con la signora Stefania
Zuccari, madre di Renato Biagetti, il ragazzo ucciso due anni fa a
Focene. «Ho un altro figlio e un altro figlio non lo sotterro», ha
detto la donna ad Alemanno, spiegando di avere un altro figlio 34enne che
allena la squadra di rugby "All reds".

«Da madre – ha detto la signora Zuccari – ho chiesto al sindaco di esprimersi
in modo chiaro affinché queste cose non accadano più. Non possiamo più vedere
altro sangue dei nostri figli per terra». E Alemanno ha replicato: «Ho
apprezzato in queste donne l’aspirazione non all’odio o a qualsiasi forma di
ritorsione, ma la tolleranza e il desiderio di pacificazione».

Il video intimidatorio. Mirella, una rappresentante del Comitato Madri
per Roma città apertà, al termine del colloquio con il primo cittadino ha poi
rivelato di aver scoperto stanotte un filmato intimidatorio su
internet. Le madri dell’associazione sono infatti d’accordo nel
considerare il video «collegato» all’aggressione all’Ostiense di sabato mattina alla fine del
concerto nel parco Schuster. Nelle immagini si vedono gli allenamenti
degli "All reds" nel centro sociale "Acrobax" poche ore
prima dell’assalto. Il filmato dura cinque minuti e riprende i venti giocatori
della squadra in una partita del 30 maggio scorso, alla quale hanno assistito
venti militanti di estrema destra.

Gli All reds: «Gesto infame». «Vorremmo capire cosa
voglia dire quel loro "Stiamo arrivando", alla fine del video».
Gli "All reds" si dicono increduli. Il video intimidatorio
che una banda di estremisti di destra ha loro dedicato li riprende durante una
partita ad Ariccia. Le immagini della trasferta sono accompagnate da didascalie
di scherno, minacce e insulti verso i giocatori, definiti
"conigli". «Quel che riteniamo inquietante è capire perchè sia
stato pubblicato il giorno dell’aggressione a via Ostiense e quale messaggio si
nasconda dietro questa decisione».

Il Messaggero

1 settembre 2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su Il sindaco di Roma riceve le rappresentanti del comitato “Madri per Roma città aperta”.

Accoltellato a Roma un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti

 

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Accoltellato
a Roma un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti

 

«Avevano coltelli e
urlavano Zecche di merda vi uccidiamo»

«Ma
non ti rendi conto che cosa stai facendo?». Sono le ultime parole che F., 28
anni, ha rivolto al suo aggressore prima di crollare a terra ferito da una
coltellata, uno squarcio di quindici centimetri alla gamba destra.No,
evidentemente l’aggressore non si rendeva conto di quel che faceva.O
forse se ne rendeva conto fin troppo bene visto che prima di fuggire – inghiottito
dalla notte e dal buio dal quale era spuntato d’improvviso – ha rifilato anche
un calcione a F. che era lì a terra, ferito e inerme. Quando si dice il
coraggio. E poi, prima di fuggire, gli insulti: «Zecche di merda vi accoltelliamo
tutte».

Insomma,
venerdì notte, a Roma, c’è stata l’ennesima aggressione fascista.Un’aggressione
studiata, pianificata e organizzata fin nei minimi dettagli.A
cominciare dal giorno scelto per eseguirla: il giorno dell’anniversario della
morte di Renato Biagetti, il ragazzo ucciso il 27 agosto di due anni fa a
Focene per mano di due giovani.

«Saranno
state le tre di notte ed eravamo di ritorno da una festa a Pirateria, una festa
per ricordare Renato Biagetti», racconta uno degli aggrediti.«Eravamo
in quattro e camminavamo a coppie di due a qualche decina di metri di distanza
l’una dall’altra. D’improvviso abbiamo sentito le urla. Ci siamo immediatamente
resi conto che eravamo vittime di una aggressione. Non ci hanno dato il tempo
di far nulla. Avevano catene e coltelli».

Nulla
di casuale, nessuna “fatalità”. Quella dell’altra notte è stata una aggressione fascista,
un agguato a tutti gli effetti. «Erano lì che ci aspettavano chissà da quante
ore – racconta ancora uno dei ragazzi aggrediti -. Hanno
tirato fuori le “lame” e alcuni, i più giovani, erano meno esperti, ma altri le
padroneggiavano perfettamente. Era gente addestrata».Già,
gente abituata ad aggredire di nascosto in tipico stile fascista.«Avevano
le teste rasate, erano armati di coltelli e catene: si è trattato di un vero e
proprio agguato premeditato», racconta un altro testimone di quanto accaduto
ieri l’altro.

«Dopo
il concerto, intorno all’una di notte – racconta – ci siamo spostati al centro
sociale Pirateria che dista poche centinaia di metri dal parco dove si era
svolto il concerto. Alle quattro abbiamo deciso di tornare a casa, la strada
era deserta: dopo alcuni metri abbiamo sentito delle grida: dieci ragazzi
vestiti con magliette nere e
teste rasate hanno cominciato ad insultarci, quindi, si sono avvicinati e ci
hanno aggredito» «A
uno di noi, F., sono state inferte almeno tre coltellate ed una lo ha ferito alla
coscia e, una volta a terra, preso a calci in faccia. Anche io sono stato
picchiato e scaraventato con violenza a terra».L’aggressione
è durata pochi attimi. «Dopo averci colpito – spiega ancora il ragazzo- sono
fuggiti a piedi. E’ stata una vera e propria provocazione di stampo neofascista
in una serata in cui ricordavamo un nostro compagno ammazzato proprio da estremisti
di destra».

E
poi quel sinistro riferimento alla morte di Renato Biagetti. Un aggressione, dunque,
che ha tutta l’aria di una rivendicazione di quanto accaduto la notte del 27
agosto di due anni fa.Quel
giorno Renato usciva da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene e fu
aggredito da due giovani scesi dalla loro auto coltelli alla mano. Gli urlarono
di tornare a casa, che quello non era il loro territorio.Colpirono
Renato che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale. Si parlò, e gran parte
della stampa parla ancora, di rissa. Ecco, se qualcuno ha ancora qualche dubbio
circa la matrice dell’aggressione che ha portato alla morte di Biagetti, quella
dell’altra sera sembra fugare ogni dubbio. L’aggressione di ieri e quella di
due anni fa è stata una tipica aggressione fascista. Stesse modalità e stesse
dinamiche. Ma almeno, e solo per puro caso, stavolta il morto non c’è stato.

Questa
volta neanche il sindaco Gianni Alemanno può nascondersi dietro al rissa tra
ragazzi: «Esprimo ferma condanna per questo grave episodio di violenza che, secondo
le testimonianze delle vittime, sembra essere di natura politica», ha dovuto ammettere
il sindaco.«Mi
auguro – ha poi sottolineato Alemanno – che gli inquirenti siano in grado di
assicurare subito alla giustizia i responsabili di questo gesto criminale,
verificando con assoluta certezza se dietro di esso esista una forma
organizzata di estremismo di destra».

Davide
Varì

Liberazione
31 agosto 2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su Accoltellato a Roma un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti

La mamma di Renato Biagetti incontra il sindaco.

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«Non voglio
seppellire un altro figlio»

La mamma di Renato Biagetti incontra il sindaco. Alemanno: «Fare piena luce»

 

E
PERÒ CHE FAI se nella notte un gruppo di teste rasate tira fuori il
coltello e aggredisce tuo figlio? È successo a Stefania due anni fa: e suo
figlio, Renato Biagetti, accoltellato da due ragazzi (magari senza testa rasata
ma di destra) all’uscita di una festa reggae, adesso non c’è più. Ammazzato a
coltellate: «per futili motivi», recita per ora la sentenza di primo grado. È
successo a Teresa, l’altra notte: solo che suo figlio lo hanno preso alla
coscia. «Tere’ coraggio, non l’hanno colpito per ammazzarlo, non come il mio», ha
cercato di consolarla Stefania.

E però basta:
«Mai più – scandisce la madre di Renato -, lo abbiamo detto ad Alemanno, noi la
nostra parte di madri l’abbiamo fatta, ora fa la tua parte di sindaco, questi
li devi fermare».

Un ultimatum,
quasi. Rivolto da madri di ragazzi che militano a sinistra al sindaco eletto
con i voti anche dell’estrema destra. Non è solo il fatto che lui è il sindaco.
«È

che quella è la
parte sua», ripete Stefania: «Noi abbiamo sfilato nei cortei per dimostrare che
non si risponde con la violenza, ora vogliamo garanzie che la violenza a destra
venga fermata».

Sotto ci sono le
altre ad aspettare, con lo striscione in mano e fogli che chiedono: «Mai più
lame» e «sindaco Alemanno dove era l’esercito quando hanno accoltellato

Fabio?». «Noi»,
sono diventate ormai un soggetto collettivo. «Madri per Roma città aperta», si sono
chiamate così. Donne di cinquant’anni e poco più, che hanno vissuto gli anni
‘70 e ora la sera si ritrovano a stare in ansia se i loro figli tardano a
rientrare: «Ma che ti pare che se c’hai un figlio con il piercing devi stare
con il fiato sospeso?». Dopo l’uccisione di Renato si sono guardate negli
occhi, proprio come le due donne disegnate faccia a faccia sui loro manifesti, e
hanno deciso di volgere la paura in protesta, in rivendicazione di sicurezza. Non
quella che se la prende con i rom: «Mandano l’esercito contro i rom e poi non fermano
quelli che vanno in giro

con il
coltello».

L’altra sera
erano tutte al parco Schuster per ricordare Renato. «Ho passato la sera con
Teresa, la madre di Fabio e mio figlio, la notte in cui Renato è stato ucciso,
doveva andare con lui alla festa reggae», racconta Fabiola, 58 anni: «Poteva
succedere a mio figlio». È quel pensiero che le tiene unite in questa forma di
militanza che fa i conti con l’età («Mettiamoci sedute all’ombra, che è
arrivato il

momento di
rivendicare pure la nostra età») e con la notte passata in bianco, appena la
prima di loro ha scoperto il video in cui le teste rasate dicono ai loro figli
che frequentano l’Acrobax e giocano nella squadra degli All Reds: «Stiamo arrivando».
«Ma ti rendi conto? Lo hanno messo su you tube poche ore prima che Fabio fosse
aggredito».

Anche di quello
hanno parlato al sindaco, che porta ancora nascosto sotto la camicia la croce
celtica in ricordo degli anni ‘70. E quelle madri – spiega lui – lo hanno colpito
con la loro «aspirazione alla tolleranza e alla pacificazione e non all’odio o alla
ritorsione», dice Alemanno, rispondendo alla loro richiesta di «stroncare
qualsiasi spirale di violenza politica». Sosterrà le iniziative che vorranno
prendere

per interrompere
«le violenze nella nostra città», recita la sua risposta.

E si impegnerà
perché sulla lunga serie di episodi da loro denunciati  «sia fatta luce».

In piazza, ad
attendere gli esisti dell’incontro ci sono anche l’assessore Massimiliano
Smeriglio e il consigliere provinciale Gianluca Peciola, di Sinistra
Arcobaleno, insieme a Paolo Masini, consigliere comunale del Pd. Sul video e
sull’aggressione

di venerdì notte
hanno preparato un’interrogazione che sarà presentata anche in parlamento da
Paola Concia del Pd.

«Dobbiamo isolare
i gruppi neofascisti», dice Smeriglio: «E invece c’è un esponente dell’estrema
destra come Castellino, di Casa d’Italia Prati, che entra nel Pdl». E c’è –

Ricorda Masini –
un consigliere come Storace che considera «normale» la parola «zecca». E se
«confortano» le parole di Alemanno, come mai – aggiunge Peciola – «non dice
nulla la ministra dei giovani Giorgia Meloni?».

 

Mariagrazia
Gerina

L’Unità 2
settembre 2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su La mamma di Renato Biagetti incontra il sindaco.

Minacce e insulti alla squadra di rugby dei «rossi»

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Minacce e insulti
alla squadra di rugby dei «rossi»

Su Youtube spunta
il video delle teste rasate

 

Revanchismo,ansia
di contrapposizione fisica, bisogno primordiale di marcare un territorio di cui
si sentono padroni. Bisogno di individuare un nemico.

E senso di
impunità.

Nel video che
qualcuno firmandosi «no reds no police» (niente rossi, niente polizia) ha messo
su you tube il 29 agosto c’è tutto.Comprese le minacce e il disprezzo

dell’antifascismo:
«Non ci sarà più nessun ‘68, per voi nessuna tregua. Preparatevi, stiamo arrivando».
Rivolte ai «rossi», ai «reds». Anzi agli «All reds»: la squadra romana di rugby
formata dai ragazzi del centro sociale Acrobax.

Gli stessi che il
29 sera avevano organizzato il concerto in memoria di Renato Biagetti, ucciso due
anni fa dopo una festa «reggae». Anche lui frequentava

l’Acrobax, come suo
fratello che degli All reds è anche allenatore.

«Zecca», lo avevano
chiamato i suoi accoltellatori. E «sporche zecche», hanno gridato anche l’altra
notte le teste rasate che hanno accoltellato Fabio alla gamba. Spuntate a notte
fonda ad aggredire tre ragazzi isolati che dopo il concerto erano andati al
vicino centro sociale Pirateria.

Nel video inserito
su you tube qualche ora prima dell’aggressione, le teste rasate entrano in azione
per una «visitina» sul campo di rugby di Ariccia dove gli All reds

giocano la loro
ultima partita, lo scorso 30 maggio. «Niente saluti romani», si dicono. Non ce
ne è bisogno: bomber e crani scoperti parlano da soli. Le scritte che
accompagnano il video traducono: loro, i «reds», eredi del ‘68 e della Resistenza
«con i loro metodi ereditati dai briganti partigiani e assassini» sono rimasti
«quattro gatti spelacchiati». Riscrittura della storia, rabbia. E sullo sfondo la
curva,

dove gli opposti
estremismi ritornano sotto forma di scontri tra ultras. E dove i “neri” sentono
di aver vinto contro i “rossi”: «Cacciati da entrambe le curve calcistiche

romane». Non resta
quindi che cacciarli anche dal campo di rugby «portato in Italia nel ventennio»
che i «reds» sono accusati di voler «inquinare».

 La madre di Renato, quella di Fabio e le altre
che ieri sono andate a chiedere al sindaco Alemanno di fare terra bruciata
attorno all’estrema destra sono ancora sotto shock. Prima l’incubo di una nuova
aggressione. Poi quel video, che passa in rassegna i loro figli, li sbeffeggia,
li minaccia. «Ce lo siamo passate nella notte, cercando di capire. Perché non
lo fa anche la digos? Perché non li prendono mai?». È l’altra metà della
sicurezza che rivendicano. «Noi la nostra parte di madri l’abbiamo fatta, adesso
devi fare la tua di sindaco, io un altro figlio non lo seppellisco», ha detto
la madre di Renato al sindaco di destra che ora promette

di fare tutto il
possibile «per bloccare qualsiasi spirale di violenza politica».

 

Mariagrazia Gerina

L’Unità 2 settembre
2008

Pubblicato in Rassegna stampa | Commenti disabilitati su Minacce e insulti alla squadra di rugby dei «rossi»

FASCISTI SU ROMA-Coltellate e video Minacce sul web prima dell’assalto

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FASCISTI SU ROMA

Coltellate e video Minacce sul web prima dell’assalto

Giacomo Russo Spena

Un video che minaccia gli «All Reds», la squadra di rugby
che si allena nel centro sociale Acrobax. Apparso su youtube venerdì sera. Poco
prima dell’accoltellamento di Fabio Sciacca, aggredito nel giorno del ricordo
dell’assassinio di Renato Biagetti. Le scorribande fasciste a Roma non sembrano
finire. Tanto che il sindaco Alemanno, malgrado la condanna di queste azioni,
appare in difficoltà. Si affida al lavoro dei Ros che stanno preparando
un’informativa sull’aggressione a Ostiense. Da consegnare al pm Pietro
Saviotti. I carabinieri sarebbero orientati per il non attribuire il raid a un
gruppo politico ma a teppisti legati alla microcriminalità e al mondo delle curve
capitoline. Intanto ieri mattina il comitato «Madri per Roma città aperta» ha
prima inscenato un sit-in sotto al Campidoglio, «per chiedere fatti concreti al
sindaco», e poi è stato invitato a salire dal primo cittadino. «Nessuno vuole
rispondere con altra violenza – hanno detto le donne nell’incontro con Alemanno
– ma basta con il sangue. Se chi ha il dovere non interverrà, lo riterremo
responsabile della morte dei nostri figli». Poi hanno proposto di «vigilare»
sulle attività delle occupazioni d’estrema destra. Dal canto suo il sindaco,
apprezzando l’aspirazione alla tolleranza e al desiderio di pacificazione delle
mamme, ha garantito il massimo impegno, «affinché nessun giovane della nostra
città possa rimanere ferito o ucciso per il falso alibi della lotta tra opposti
schieramenti politici». Tema quello degli opposti estremisti rimandato al
mittente da Stefania Zuccari, la madre di Biagetti, che rigetta il ritorno agli
anni ’70: «I nostri figli non sono dei violenti, i fascisti sì». Nell’incontro
s’è anche denunciato un video comparso su youtube venerdì sera, poco prima
dell’accoltellamento di Fabio, « All Reds All Rabbits » (Tutti rossi, tutti
conigli). Gli All Reds, una polisportiva nata due anni fa con l’idea di
costruire intorno all’amore per il rugby politiche di solidarietà e
cooperazione internazionale, sono un’esperienza di aggregazione giovanile. Un
modello che funziona. Quindi da contrastare, per i neri. Il video ritrae un
episodio avvenuto i primi di giugno durante la partita ad Ariccia tra All Reds
e la squadra locale. Una ventina di fascisti, tutti rasati con bomber e anfibi,
fanno un blitz sugli spalti: si siedono a guardare la partita, urlano qualcosa,
scrutano i giocatori in campo in modo minaccioso. Per poi andarsene. Una
comparsata di cinque minuti. Non più. Le immagini, zoomate sui volti degli All
Reds, sono intervallate da scritte come «cercano d’inquinare questo nobile
sport portato in Italia nel Ventennio coi loro metodi da partigiani
assassini… Non ci sarà più un altro ’68, per voi nessuna tregua… stiamo
arrivando». Firmato: «Anti- Antifascismo militante». «È chiaro il carattere
minaccioso delle immagini», fanno sapere gli All Reds che interpelleranno anche
la Federazione nazionale rugb y «per capire se è intenzionata a tollerare questi
comportamenti che nulla hanno a che fare con il prestigio di questo sport».
Oltre il blitz si rischia infatti un problema di incolumità per l’anno
prossimo. I neofascisti capitolini, quelli fuoriusciti da Fiamma, stanno
fondando una propria squadra a Guidonia («Spqr Clan»). Quello ad Ariccia era un
avvertimento squadrista. Sul video la Digos sta già indagando.

 

Il manifesto

2 settembre 2008

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BIAGETTI: MADRE AD ALEMANNO, NON SOTTERRERO’ ALTRO FIGLIO

BIAGETTI: MADRE AD ALEMANNO, NON SOTTERRERO’ ALTRO FIGLIO

(AGI)
– Roma, 1 set. – “Ho detto al sindaco Alemanno che non voglio
sotterrare anche il secondo figlio”. Stefania Zuccari, la madre
Biagetti, ucciso un anno fa a Focene, lo ha detto al sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, durante l’incontro di questa mattina seguito al sit-in
delle “madri per Roma citta’ aperta”, organizzato per rispondere
all’aggressione di sabato 30 agosto. Erano le 4 del mattino quando,
alla fine di un concerto organizzato nel parco Schuster presso la
Basilica di San Paolo, tre ragazzi sono stati aggrediti sulla via
Ostiense, all’altezza di via Libetta, da un gruppo di dieci persone
armate di catene e coltelli. Uno dei ragazzi e’ stato raggiunto da
numerose coltellate alla gamba e, caduto a terra, e’ stato colpito con
calci alla testa. Un episodio che mostra, come sottolinea la madre di
Renato Biagetti, inquietanti analogie con l’omicidio di un anno fa e
con un episodio che si e’ verificato pochi giorni prima
dell’aggressione: era in corso una partita della squadra di rugby
Allreds, squadra che si allena presso il centro sociale Acrobax, quando
una trentina di persone sono entrate nel campo e hanno gridato
“torneremo presto”. Il tutto ripreso da un video pubblicato su youtube
nel quale si sente uno dei partecipanti al blitz mormorare “non fate
saluti romani altrimenti ci riconoscono”. Il video, sempre secondo
quanto riporta la signora Zuccari, e’ stato pubblicato giovedi’.
L’aggressione dell’Ostiense e’ di poche ore dopo, alle quattro del
mattino di sabato.

Uscendo dallo studio del sindaco la madre di Renato Biagetti ha
detto ai cronisti che l’attendevano: dalla morte di Renato abbiamo
contato 130 aggressioni tra cui Villa Ada, Casal Bertone, quella di
Simoncino e quest’ultima all’Ostiense che ha rappresentato un fatto
molto grave”. Per la signora Zuccari, “il ragazzo ferito all’Ostiense
non e’ stato ucciso perche’ gli aggressori volevano dare un
avvertimento”. A questo “le madri per Roma citta’” aperta hanno
risposto “andando, da madri, in prima fila con il nostro striscione e
dimostrando che la cultura che trasmettiamo ai nostri figli non e’
quella di gente violenta, che accoltella. Queste persone”, continua la
signora Zuccari riferendosi agli aggressori, “vogliono creare una
spirale di odio e di violenza come negli anni ‘70. Per questo ho
chiesto al sindaco di esprimersi in modo chiaro affinche’ queste cose
non accadano mai piu’: non vogliamo e non possiamo vedere scorrere
ancora il sangue dei nostri figli”. Dal canto suo il sindaco ha dato
rassicurazioni che “si occupera’ con sollecitudine di questi fatti
inquietanti che stanno avvenendo”, conclude la signora Zuccari, “nella
’sua’ citta’”. Infine l’affermazione che suona come una richiesta
d’aiuto: “non voglio sotterrare l’altro mio figlio”, ha detto la
signora riferendosi al primogenito che allena, insieme ad altri
ragazzi, gli Allreds. (AGI)

 

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Accoltellato a Roma un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti

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Accoltellato a Roma
un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti

«Avevano coltelli e urlavano Zecche di merda
vi uccidiamo»

 

«Ma non ti rendi
conto che cosa stai facendo?». Sono le ultime parole che F., 28 anni, ha
rivolto al suo aggressore prima di crollare a terra ferito da una coltellata,
uno squarcio di quindici centimetri alla gamba destra.

No, evidentemente
l’aggressore non si rendeva conto di quel che faceva.

O forse se ne
rendeva conto fin troppo bene visto che prima di fuggire – inghiottito dalla
notte e dal buio dal quale era spuntato d’improvviso – ha rifilato anche un
calcione a F. che era lì a terra, ferito e inerme. Quando si dice il coraggio.
E poi, prima di fuggire, gli insulti: «Zecche di merda vi accoltelliamo tutte».

Insomma, venerdì
notte, a Roma, c’è stata l’ennesima aggressione fascista.

Un’aggressione
studiata, pianificata e organizzata fin nei minimi dettagli.

A cominciare dal
giorno scelto per eseguirla: il giorno dell’anniversario della morte di Renato
Biagetti, il ragazzo ucciso il 27 agosto di due anni fa a Focene per mano di
due giovani.

«Saranno state le
tre di notte ed eravamo di ritorno da una festa a Pirateria, una festa per
ricordare Renato Biagetti», racconta uno degli aggrediti.

«Eravamo in quattro
e camminavamo a coppie di due a qualche decina di metri di distanza l’una
dall’altra. D’improvviso abbiamo sentito le urla. Ci siamo immediatamente resi
conto che eravamo vittime di una aggressione. Non ci hanno dato il tempo di far
nulla. Avevano catene e coltelli».

Nulla di casuale,
nessuna “fatalità”. Quella dell’altra notte è stata una aggressione

fascista, un
agguato a tutti gli effetti. «Erano lì che ci aspettavano chissà da quante ore –
racconta ancora uno dei ragazzi aggrediti -.

Hanno tirato fuori
le “lame” e alcuni, i più giovani, erano meno esperti, ma altri le
padroneggiavano perfettamente. Era gente addestrata».

Già, gente abituata
ad aggredire di nascosto in tipico stile fascista.

«Avevano le teste
rasate, erano armati di coltelli e catene: si è trattato di un vero e proprio
agguato premeditato», racconta un altro testimone di quanto accaduto ieri
l’altro.

«Dopo il concerto,
intorno all’una di notte – racconta – ci siamo spostati al centro sociale
Pirateria che dista poche centinaia di metri dal parco dove si era svolto il
concerto. Alle quattro abbiamo deciso di tornare a casa, la strada era deserta:
dopo alcuni metri abbiamo sentito delle grida: dieci ragazzi vestiti con
magliette nere

e teste rasate
hanno cominciato ad insultarci, quindi, si sono avvicinati e ci hanno
aggredito»

«A uno di noi, F.,
sono state inferte almeno tre coltellate ed una lo ha ferito alla coscia e, una
volta a terra, preso a calci in faccia. Anche io sono stato picchiato e
scaraventato con violenza a terra».

L’aggressione è durata
pochi attimi. «Dopo averci colpito – spiega ancora il ragazzo- sono fuggiti a
piedi. E’ stata una vera e propria provocazione di stampo neofascista in una
serata in cui ricordavamo un nostro compagno ammazzato proprio da estremisti di
destra».

E poi quel sinistro
riferimento alla morte di Renato Biagetti. Un aggressione, dunque, che ha tutta
l’aria di una rivendicazione di quanto accaduto la notte del 27 agosto di due anni
fa.

Quel giorno Renato
usciva da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene e fu aggredito da due
giovani scesi dalla loro auto coltelli alla mano. Gli urlarono di tornare a
casa, che quello non era il loro territorio.

Colpirono Renato
che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale. Si parlò, e gran parte della
stampa parla ancora, di rissa. Ecco, se qualcuno ha ancora qualche dubbio circa
la matrice dell’aggressione che ha portato alla morte di Biagetti, quella dell’altra
sera sembra fugare ogni dubbio. L’aggressione di ieri e quella di due anni fa è
stata una tipica aggressione fascista. Stesse modalità e stesse dinamiche. Ma
almeno, e solo per puro caso, stavolta il morto non c’è stato.

Questa volta
neanche il sindaco Gianni Alemanno può nascondersi dietro al rissa tra ragazzi:
«Esprimo ferma condanna per questo grave episodio di violenza che, secondo le testimonianze
delle vittime, sembra essere di natura politica», ha dovuto

ammettere il
sindaco.

«Mi auguro – ha poi
sottolineato Alemanno – che gli inquirenti siano in grado di assicurare subito
alla giustizia i responsabili di questo gesto criminale, verificando con
assoluta certezza se dietro di esso esista una forma organizzata di estremismo
di destra».

 

Davide Varì

Liberazione 31
agosto 2008

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