Lettera aperta ai cittadini e alle Istituzioni democratiche del nostro Paese

L’antifascismo durante il regime, la Resistenza e, dopo la guerra, la nostra Costituzione hanno messo al bando definitivamente dalla nostra società non solo il fascismo, ma anche ogni manifestazione che, in qualche modo, allo stesso possa ricondursi o ispirarsi.
È compito delle Istituzioni e di tutti i cittadini tutelare tale diritto alla democrazia.
Esprimiamo ancora una volta la nostra forte preoccupazione che, al diffondersi di gruppi e associazioni che al fascismo si ispirano, venga data dalle Istituzioni una risposta insufficiente, che non garantisca la difesa di quei valori costituzionali che alle stesse Istituzioni democratiche spetta garantire.
La destra che si ispira al fascismo del ventennio è, nella nostra Regione, rappresentata da ben tre liste: Casa Pound, Forza Nuova e Fiamma Tricolore.
Gli esponenti di Casa Pound si definiscono “i fascisti del terzo millennio” e propongono apertamente un progetto politico che si riallaccia ai dettami del fascismo. Assieme alle altre organizzazioni politiche nazionali di estrema destra stanno diffondendo idee razziste, antisemite, omofobe, transomofobe e intolleranti verso gli avversari politici.
I recenti arresti a Napoli di esponenti e candidati di Casa Pound sono soltanto l’ultimo dei segnali della gravità del diffondersi di queste organizzazioni. I provvedimenti cautelari eseguiti nei loro confronti riguardano, tra l’altro, la detenzione e il porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale, attentati incendiari, aggressioni nei confronti di avversari politici e la sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio razziale e all’antisemitismo.
L’attuale condizione di profonda crisi economica e sociale, assieme alla perdita di consenso della classe politica, sono il terreno di coltura più favorevole per la nascita e il rafforzarsi di queste formazioni illegali.
Proprio in concomitanza con la Giornata della Memoria, istituita per ricordare i crimini del nazifascismo contro l’umanità, quelle stesse istituzioni che dovrebbero garantire il rispetto della Costituzione e la tutela da ogni forma di apologia del fascismo, hanno consentito la presentazione di liste elettorali che ad esso si rifanno.
In nome della Memoria, per un presente ed un futuro democratici che non prevedano forme vecchie o nuove di fascismo, ribadiamo che tali organizzazioni sono assolutamente incompatibili con il nostro ordinamento democratico e che, essendoci tutti gli estremi per chiederne lo scioglimento alle Autorità competenti in base alle leggi Scelba e Mancino, chiediamo che si impedisca la presentazione di qualsiasi lista che faccia riferimento al fascismo.
Invitiamo, quindi, tutte le associazioni, i partiti, le organizzazioni sindacali, i cittadini democratici a denunciare il tentativo dei neofascisti di legittimarsi attraverso il proliferare delle loro liste a livello comunale, regionale e nazionale ed a chiedere alle Istituzioni di non concedere spazi o visibilità a chi vorrebbe rinverdire qualsiasi forma reazionaria.

Madri per Roma città aperta
Roma, 30-1-2013

Nel 2008 Casa Pound ha assalito la sede della RAI in via Teulada come atto intimidatorio nei confronti della trasmissione “Chi l’ha visto?” che aveva fatto approfondimenti sulle immagini delle aggressioni avvenute in occasione della manifestazione degli studenti a Piazza Navona da parte di gruppi di fascisti che evidenziavano le coperture e le connivenze tra fascisti e forze dell’ordine.

Alberto Palladino, esponente di Blocco studentesco e dell’area di CasaPound, meglio conosciuto come “Zippo”, è stato arrestato per violenza privata aggravata, lesioni personali aggravate e detenzione di armi bianche. L’episodio che gli viene contestato accadde in via dei Prati Fiscali il 3 novembre scorso: insieme ad altri aggredì tre militanti del Pd che stavano facendo volantinaggio.Palladino è stato arrestato dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Roma. …..L’aggressione della quale è accusato avvenne tra largo Valtournanche e via dei Prati Fiscali: un gruppo di 15 persone, con caschi e armate di bastoni e mazze ferrate, assalirono cinque esponenti del movimento giovanile del Partito democratico che avevano da poco terminato l’affissione di manifesti. Solo l’intervento casuale di una pattuglia dei carabinieri salvò i militanti del Pd dal pestaggio…..( Da Repubblica del 30 novembre 2011)

Nell’ottobre 2012 Casa Pound, insieme al settore giovanile di Blocco Studentesco si sono resi responsabili degli assalti nei confronti di scuole superiori con slogan di viva il Duce e lancio di fumogeni.

Nel gennaio 2013 vengono arresati a Napoli esponenti e candidati di Casapound.
“…..Sono stati eseguiti provvedimenti cautelari, emessi nei confronti di esponenti dell’estrema destra partenopea, ritenuti responsabili tra l’altro di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari, numerose aggressioni nei confronti di avversari politici e la sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio razziale e all’antisemitismo. ……Alcuni degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul movimento CasaPound progettavano di violentare una studentessa universitaria ebrea. ……Nelle conversazioni intercettate si parlava anche della possibilità di dare fuoco a un’oreficeria di proprietà di un ebreo.”(da Repubblica del 24 gennaio 2013)

Irruzione di militanti di Casapound con fumogeni e sedie volate in aria, insulti e minacce a Sandro Ruotolo, durante un comizio elettorale del candidato di Rivoluzione Civile alla presidenza della Regione Lazio…. I responsabili sono stati denunciati per turbativa di riunione pubblica, reato previsto dalla normativa speciale in materia di propaganda elettorale.. L’episodio si è verificato l’11 febbraio a Civita Castellana, nel Lazio, in occasione dell’incontro elettorale con il candidato governatore.

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Spostato il corteo di Casa Pound. Confermato il sit-in antifascista

Il Comitato Madri per Roma Città Aperta esprime soddisfazione per la notizia dello spostamento del corteo di Casa Pound indetto per sabato 24 novembre.
A fronte degli appelli contro questa manifestazione e delle iniziative di protesta di moltissime organizzazioni, associazioni e cittadini che si richiamano all’ antifascismo come principio fondante del nostro Stato, la Questura, la Prefettura e il Ministero degli interni hanno dovuto prendere atto della forte volontà di cittadini, di numerose associazioni e forze politiche Roma, di non volere una marcia di fascisti nel cuore di Roma, città medaglia d’oro alla resistenza concedendo in tal modo grande visibilità in un periodo ormai elettorale ad organizzazioni che si definiscono i fascisti del terzo millennio.
Casa Pound insieme ad altre organizzazioni politiche nazionali sta diffondendo sull’intero territorio nazionale, idee e azioni che si rifanno all’ideologia fascista e nazista, utilizzando la violenza e l’intimidazione quale strumento di azione politica e di propaganda di idee e programmi razzisti, antisemiti, omofobi, transofobi e intolleranti verso gli avversari politici.
L’antifascismo durante il regime, la resistenza e, dopo la guerra, la nostra Costituzione e il sistema normativo, hanno messo al bando definitivamente dalla nostra società non solo il fascismo, ma anche ogni manifestazione che allo stesso in qualche modo ci possa ricondurre o ispirarsi.
L’attuale condizione di profonda crisi economica e sociale, accompagnata da una forte crisi di legittimità della classe politica e delle istituzioni democratiche, è il più favorevole terreno di coltura per la nascita e il rafforzarsi di queste formazioni illegali.
È importante quindi tenere una forte presa di coscienza del pericolo e una decisa reazione degli anticorpi democratici presenti nella società civile. Per questo consideriamo comunque grave il mantenimento dell’autorizzazione a Casa Pound di sfilare in altri quartieri romani e confermiamo pertanto l’importanza di un presidio antifascista per sabato prossimo.
Contro ogni forma vecchia o nuova di fascismo e per mantenere Roma libera dai fascisti vecchi e invitiamo tutti e tutte a partecipare in piazza dell’Esquilino sabato 24 novembre ore 14,30 .

Madri per Roma Città Aperta

madrixromacittaperta.noblogs.org
madrixromacittaperta@libero.it

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Sit-in antifascista contro il corteo di Casa Pound a Roma

Noi “Madri per Roma Città Aperta”, comitato nato a seguito di un’aggressione mortale per mano di ragazzi che sulle loro braccia e nelle loro menti portavano i segni di una mentalità violenta, intollerante e fascista, abbiamo preso l’impegno di denunciare ogni atto, ogni dichiarazione, ogni intento che prefiguri l’apologia di un regime che l’Italia ha pagato per più di venti anni con violenze, torture, e morti.
L’organizzazione politica Casa Pound ha indetto per sabato 24 novembre a Roma una manifestazione nazionale di lancio per la propria campagna elettorale.
Casa Pound e Blocco Studentesco sono responsabili dei recenti assalti nei confronti delle istituzioni scolastiche con slogan di viva il Duce e fumogeni, veri atti di squadrismo fascista e di apologia di fascismo perseguiti dalla nostra legislazione con la legge Scelba e la legge Mancino
Già nel 2008 Casa Pound si è resa responsabile di un assalto alla sede della RAI in via Teulada come atto intimidatorio nei confronti della trasmissione “Chi l’ha visto?” che aveva fatto approfondimenti sulle immagini delle aggressioni avvenute in occasione della manifestazione degli studenti a Piazza Navona da parte di gruppi di fascisti che evidenziavano le coperture e le connivenze tra fascisti e forze dell’ordine.
Casa Pound e Blocco Studentesco sono organizzazioni politiche nazionali che stanno diffondendo sull’intero territorio nazionale, insieme a Forza Nuova, idee e azioni che si rifanno all’ideologia fascista e nazista, mettendo in pericolo le modalità democratiche e i principi sanciti dalla nostra Costituzione. L’arroganza crescente di questi gruppi di ispirazione fascista o nazista, che utilizzano la violenza e l’intimidazione quale strumento di azione politica e di propaganda di idee e programmi razzisti, antisemiti, omofobi , transofobi e intolleranti verso gli avversari politici, desta grande preoccupazione.
Casa Pound fa diretto riferimento all’ideologia fascista proponendo un progetto politico “che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”. Nei loro siti sono ospitati links ad altri gruppi e associazioni e blogs che introducono a questa comunità fascista con collegamenti a esponenti politici e figure di riferimento negazioniste dei campi di sterminio, gruppi musicali neofascisti, programmi deliranti di odio, razzismo e intolleranza.
L’antifascismo durante il regime, la resistenza e, dopo la guerra, la nostra Costituzione e il sistema normativo, hanno messo al bando definitivamente dalla nostra società non solo il fascismo, ma anche ogni manifestazione che allo stesso in qualche modo ci possa ricondurre o ispirarsi.
Storicamente una condizione di profonda crisi economica e sociale, accompagnata da una forte crisi di legittimità della classe politica e delle istituzioni democratiche, è il più favorevole terreno di coltura per la nascita e il rafforzarsi di queste formazioni illegali. È quindi più urgente una presa di coscienza del pericolo e una decisa reazione degli anticorpi democratici presenti nella società civile.
In nome della memoria della nostra città, medaglia d’oro della Resistenza e contro ogni forma vecchia o nuova di fascismo chiediamo alle istituzione di impedire la manifestazione di quelli che si definiscono fascisti del terzo millennio.
Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare al sit in davanti alla sede della Prefettura , in piazza S.S. Apostoli mercoledì 21 novembre ore 12 .

Madri per Roma Città Aperta

madrixromacittaperta.noblogs.org
madrixromacittaperta@libero.it

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Chiediamo lo scioglimento di Casa Pound e Forza Nuova per apologia di fascismo

Noi “Madri per Roma Città Aperta”, comitato nato a seguito di un’aggressione mortale per mano di ragazzi che sulle loro braccia e nelle loro menti portavano i segni di una mentalità violenta, intollerante e fascista, abbiamo preso l’impegno di denunciare ogni atto, ogni dichiarazione, ogni intento che prefiguri l’apologia di un regime che l’Italia ha pagato per più di venti anni con violenze, torture, e morti.
Riteniamo che i recenti assalti compiuti nei confronti delle istituzioni scolastiche con slogan di viva il Duce e fumogeni, siano veri atti di squadrismo fascista e quindi reati di apologia di fascismo perseguiti dalla nostra legislazione.
Riteniamo pericoloso per la democrazia che questi eventi vengano trattati alla stregua di bravate compiute da ragazzi che non sanno cosa fanno. Casa Pound e Blocco Studentesco sono organizzazioni politiche nazionali che stanno diffondendo sull’intero territorio nazionale, insieme a Forza Nuova, ormai anch’essa insediata all’interno delle amministrazioni locali, idee e azioni che si rifanno all’ideologia fascista e nazista, mettendo in pericolo le modalità democratiche e i principi sanciti dalla nostra Costituzione
Casa Pound fa diretto riferimento all’ideologia fascista proponendo un progetto politico “che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio” (citazione dal loro programma) e afferma che la Costituzione italiana sia stata scritta a seguito di una guerra civile “nella scia di carri armati stranieri” e non sia il frutto di una lunga battaglia contro una dittatura che torturò, perseguitò, uccise barbaramente, macchiandosi di crimini razzisti, che fu alleata del regime nazista di Hitler, sterminatore di milioni di persone, precipitando l’Italia in una terribile guerra. Nei loro siti sono ospitati links ad altri gruppi e associazioni e blogs che introducono a questa comunità fascista con collegamenti a esponenti politici e figure di riferimento negazioniste dei campi di sterminio, gruppi musicali neofascisti, programmi deliranti di odio, razzismo e intolleranza.
Continuiamo, come più volte fatto nei confronti delle istituzioni, ad esprimere la forte preoccupazione che la risposta a questo diffondersi di gruppi e associazioni che al fascismo si ispirano, sia insufficiente e tale da non garantire la difesa dei valori costituzionali che le istituzioni democratiche invece hanno l’impegno di garantire.
L’antifascismo durante il regime, la resistenza e, dopo la guerra, la nostra Costituzione hanno messo al bando definitivamente dalla nostra società non solo il fascismo, ma anche ogni manifestazione che allo stesso in qualche modo ci possa ricondurre o ispirarsi ed è compito delle istituzioni tutelare questo diritto alla democrazia.
Esortiamo pertanto le istituzioni a compiere i passi necessari perché associazioni come Casa Pound, Blocco studentesco e Lotta studentesca, tutte riconducibili ad un area neofascista, responsabili degli assalti alle scuole, vengano incriminate per apologia di fascismo e sciolte.

Madri per Roma Città Aperta
madrixromacittaperta@libero.it

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A Dax e a tutti i compagni uccisi

Renato mio stupendo figlio, mi hanno chiesto di scrivere qualcosa di te di noi, ho pensato di cominciare con una lettera inviata a te.
Un nostro colloquio che riparte dalla memoria, iniziando dalla sera del 26 agosto quando al mio rientro a casa dopo essere stata una giornata al mare, vidi te e Laura che stavateuscendo per andare ad un concerto di musica reggae sulla spiaggia, in un luogo che ne io ne te conoscevamo.
Ricordo e ancora sento sulla pelle il tuo abbraccio e bacio, il tuo grande sorriso nel dichiararmi il grande amore che provavi per la tua ragazza, mi hai salutata dicendomi ci vediamo domani.
E’ stata l’ultima cosa che ti ho sentito dire, e’ stata l’ultima volta che ti ho visto vivo.
Ragazzo mio, quelle tue idee di uguaglianza, di giustizia sociale,di antifascismo, di antirazzismo, quel tuo essere compagno frequentatore di centri sociali, quel tuo modo di vestire con pantaloni cosi’ larghi che ti scendevano continuamente, quelle tue magliette con tutte quelle scritte – ne ricordo una in particolare con stampato un “odio il carcere” – t’identificavano indiscutibilmente in una zecca e le zecche, cuore mio, sono odiate, si devono abbattere: ma tu quella notte pensavi alla musica, alla tua musica, all’amore.
Invece no. Era appena l’alba, le 5 del mattino, quando tu ancora impastato di sonno con a fianco un amico, un compagno, stavi aspettando Laura che era andata a prendere la macchina per tornare a casa, quando all’improvviso sbucava una macchina, vi si accostava e due ragazzi urlavano «E’ finita la festa? Sì? Allora ritornatevene a Roma, merde! questo non e’ il posto vostro.
Scattarono da dentro l’abitacolo le lame,lame nere, impugnate da cuori neri, in questo momento sto provando ad immaginare il tuo stupore nel sentire il tuo corpo trafitto, mi hanno raccontato che urlasti hai le lame buttale giu’, ma le bestie non hanno mollato hanno seguitato ad infierire sul tuo giovane e stupendo corpo.
Otto coltellate tutte dirette al cuore e alle spalle. La tua ragazza sentendoti urlare corse, cercò mettendosi in mezzo di salvarti, non ci riusci’ e fu colpita con un pugno al viso, mentre anche Paolo veniva accoltellato, sei vissuto 5-6 ore nella perfetta lucidita’ e conoscenza all’ospedale Grassi di Ostia, ma di te anima mia hanno fatto sparire tutto, anche il verbale con le dichiarazioni che tu rilasciasti.
I giornali parlarono di rissa tra balordi, ma tu non eri un balordo, le tue mani sono sempre state bianche, le tue mani non hanno mai offeso nessuno, tu non sei mai uscito da casa con coltelli o oggetti che potessero ledere un essere umano, io lo so e tu lo sai.
Qui stiamo parlando di un agguato dalla metodologia squadristica,sul loro corpo e’ tatuata la celtica e il legionario romano con scritto “forza e onore”. Uno dei tanti perpetrati soprattutto a Roma, città dove la legittimazione, dapprima implicita, poi fin troppo esplicita, del fascismo è ormai radicata e in costante ascesa. Un dossier compilato dopo la tua morte raccoglie informazioni riguardanti ben 134 aggressioni a sfondo razzista, omofobo e fascista compiute a Roma e nel Lazio tra il 2004 e l’estate del 2006.
Quando ti vidi li’ inerte, violato, ucciso ma sempre bellissimo, pensai che il tuo sangue era mio, me lo ripresi e fu come se in quel momento fossi tu a ripartorirmi, le tue idee divennero le mie,la piazza ora apparteneva a me, la gola mi si squarcio’ in urli disumani che reclamavano LA VERITA’, non tanto la giustizia, perche’ tu non eri UN BALORDO, eri un diverso Renato, eri un compagno Renato, eri una zecca Renato e come tale le bestie nere ti hanno ucciso.
E come le madri di Plaza de Majo chiedevano Verita’ battendosi per i loro figli scomparsi, cosi’ cominciai a fare io con altre fantastiche donne, il mio dolore privato divenne pubblico e da quel momento con ritorno con vita noi donne cominciammo ad essere itineranti.
Abbiamo messo su un comitato e un’associazione Madri per Roma citta’ aperta. Hai capito Renato? Madri ANTIFASCISTE per figli ANTIFASCISTI, madri che portano avanti la tua memoria e quella di tutti gli altri compagni uccisi, donne che non indietreggiano nel battersi contro tutte le ingiustizie, madri che vanno avanti mettendoci l’anima e il corpo.
Nel nostro percorso abbiamo incontrato tante donne, Haidi la mamma di Carlo, Rosa la mamma di Dax, Iaia sorella di Iaio, Carla Verbano madre di Valerio, Danila madre di Fausto, ed anche a tutte le altre donne i cui figli o fratelli sono stati uccisi da uno Stato che invece che proteggerli li ha restituiti morti.
Ecco Renato, queste parole solo per dirti che noi siamo cuori rossi, certo donne un po’ strane, ma con tanto amore e voglia di riportare i vostri sogni e le vostre utopie ovunque……per quel mondo migliore che tanto sognavi, tanto sognavate

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I cani neri ringhiano, Stefania sorride

I cani neri ringhiano, Stefania sorride

(A Renato Biagetti)


Stefania sorride sempre.

Stefania sorride a tutti.

Stefania ha il viso tondo e paffuto di chi non sa mentire e di chi sa ridersela di gusto.

Stefania ha l’abbraccio di chi ti abbraccia perchè vuole fortemente farlo, col vigore dei buoni, col calore dei giusti.

E devi vederla mentre non lesina carezze e buffetti, con la mano libera dalla perenne sigaretta. E i suoi occhi che dalla fessura delle palpebre ti inchiodano e ti coprono di luce, e se sai reggere quello sguardo è solo perché anche il tuo cuore è vero e onesto. Altrimenti guarda altrove, da’ retta a me.

Non lo diresti mai. No, proprio non lo diresti, vedendola, parlandole, ascoltandola, osservandola.

Non lo diresti che la notte tra il 26 e il 27 agosto 2006 a Stefania hanno strappato via un pezzo.

Un pezzo di nome Renato.

Di Renato Biagetti s’è parlato poco in questi sei anni, forse per pigrizia, forse per distrazione.

La gente ha altro da fare che stare a riflettere su un ventiseienne accoltellato otto volte da due fascisti di diciannove e sedici anni sul litorale di Focene. La gente ha di meglio da fare che stare a interrogarsi su come un ragazzo bello come il sole possa essere interrotto sul più bello mentre torna da una festa in spiaggia.

Su come e perché una macchina grigia gli si è avvicinata, su come e perché chi è sceso da quell’auto aveva già in mano un coltello, su come e perché lo abbia colpito otto maledette volte, su come e perché abbia ferito la sua ragazza e un amico che erano con lui. Su come e perché Renato abbia fatto in tempo a parlare coi Carabinieri al Grassi di Ostia mentre attendeva per due inspiegabili ore di entrare in sala operatoria per poi non uscirne più.

La gente ha di meglio da fare che stare a pensare che i fascisti non sono morti, ma al contrario: uccidono ancora.

Nello stesso, identico, preciso, rituale modo di sempre: vigliaccamente.

Quando, alla fine di agosto del 2006, i giornali romani aprirono le pagine di cronaca dando la notizia dell’arresto dei due “balordi” che, la notte tra il 26 e il 27, avevano ucciso a coltellate un ragazzo sul lungomare di Focene, il lettore distratto sarebbe passato oltre credendo di avere a che fare con la solita rissa tra ubriachi: un gruppo di giovani sovraeccitati dalla droga e dall’alcol che litigano nel parcheggio di una discoteca arrivando prima a riempirsi di botte e poi ad ammazzarsi tra di loro. Dei fatali esiti di una «rissa tra balordi», parlavano anche i commenti forniti a corredo della notizia: articoli scritti in punta di penna ma terribilmente preoccupati di specificare come la politica, con quel fattaccio, non avesse nulla a che fare: essendo la conflittualità sociale soltanto un brutto sogno vissuto negli anni Settanta e, oggi come oggi, completamente dimenticato.

Stronzate: Renato era un Compagno, come il fratello Dario. Insieme frequentavano e animavano il centro sociale Acrobax, sorto sulle rovine dell’ex cinodromo di Ponte Marconi. Renato, fresco di laurea, lavorava come tecnico del suono e si prodigava in manifestazione che usavano la musica come veicolo per contrastare razzismo, fascismo e sessismo.

«E’ finita la festa? Sì? Allora ritornatevene a Roma, merde!» uscì dall’abitacolo di quell’auto grigia. Poi l’aggressione, poi le coltellate. Niente balordi, nessuna rissa.

Qui stiamo parlando di un agguato dalla metodologia squadristica, uno dei tanti perpetrati soprattutto a Roma, città dove la legittimazione, dapprima implicita, poi fin troppo esplicita, del fascismo è ormai radicata e in costante ascesa. Un dossier compilato dopo la morte di Renato raccoglie informazioni riguardanti ben 134 aggressioni a sfondo razzista, omofobo e fascista compiute a Roma e nel Lazio tra il 2004 e l’estate del 2006.

Vittorio Emiliani (uno degli aggressori) ha una croce celtica tatuata sul braccio e guidò la sua auto in direzione di quello che i cani neri come lui chiamano “il ritrovo delle zecche”. E mirò bene. E uccise, insieme al suo amichetto minorenne.

Perché morire nel corso di una rissa tra balordi non è assolutamente uguale a essere uccisi in virtù di un’aggressione subita a causa della propria differenza morale ed esistenziale. E allora fa male, malissimo, prendere atto che nella sentenza che condannò Emiliani e l’amico minorenne per omicidio volontario aleggi l’espressione “rissa tra balordi” e nemmeno l’ombra della matrice politica dell’aggressione.

I fascisti sono vivi, i fascisti uccidono. E mirano bene. Non scordiamolo, è nostro dovere.

Lo dobbiamo ai compagni aggrediti o uccisi, come Renato.

Lo dobbiamo alla nostra coscienza, o a ciò che ne rimane.

Di Renato s’è parlato poco, dicevo.

Per fortuna c’è Stefania, che col suo faccione da mamma mai doma ce lo viene a sbattere sul muso.

E la ascolti.

E poi la abbracci.

E daresti la vita per ridarle quel pezzo che due luridi cani neri le hanno strappato.
La vita darei, stupenda Stefania

Matteo PEDRINI IL CANTASTORIE, che ha cantato a Ferrara sabato al concerto per Federico.

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35 anni dalla morte di Walter Rossi

Walter Rossi


Immagine da http://sergiofalcone.blogspot.it/2009/09/walter-rossi-noi-non-dimentichiamo.html

Dal libro “In Ordine Pubblico” di autori vari – 2003 – curato da Paola Staccioli – Editore Associazione Walter Rossi

“Il clima di quello scorcio di settembre del 1977 era a Roma molto teso. Le azioni fasciste contro i militanti della sinistra si susseguono a ritmo serrato. Il 27 due studenti sono feriti a colpi di arma da fuoco all’EUR e la sera del 29 Elena Pacinelli, 19 anni, è colpita da tre proiettili in piazza Igea, luogo di ritrovo dei giovani del movimento. Per venerdì 30 viene organizzato un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina. In viale medaglie d’oro i compagni di Elena, dopo aver subito un’aggressione con sassi e bottiglie partita dalla vicina sede del MSI, vedono un blindato della polizia avanzare lentamente verso di loro, seguito da un gruppo di fascisti che lo utilizza come scudo. Tra costoro c’è anche Andrea Insabato, autore nel 2000 di un attentato contro “Il Manifesto”. Dopo aver fatto fuoco contro i giovani di sinistra i missini arretrano, mentre gli agenti si scagliano su chi tenta di soccorrere Walter Rossi, 20 anni, militante di Lotta Continua colpito alla nuca. Proseguendo la corsa, il proiettile ferirà lievemente un benzinaio. Walter arriverà privo di vita in ospedale. Cortei e manifestazioni percorrono l’Italia nei giorni successivi, mentre sedi e ritrovi dei fascisti vengono devastati e dati alle fiamme. Durante i funerali 100 mila persone salutano Walter con le note dell’Internazionale.
da http://www.reti-invisibili.net/walterrossi/

PER RICORDARE WALTER NEL 35° DEL SUO OMICIDIO
PER CACCIARE IL SINDACO ALEMANNO
PER LA CHIUSURA DEI COVI FASCISTI…

Gli appuntamenti della mobilitazione
21 settembre, alle 17,30, convegno “Le mani sporche sulla città”, al Nuovo Cinema Palazzo, con interventi di storici e scrittori sulle attività, gli affari e la propaganda dei fascisti vecchi e nuovi nella nostra città, letture di studenti e dibattito.
29 settembre corteo da Piazzale degli Eroi (ore 16.30) a Piazza Walter Rossi e serata con filmati, gruppi musicali e teatrali.
30 settembre, no stop dal mattino con presidio in Piazza Walter Rossi

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NEI SECOLI FEDELE – IL CASO DI GIUSEPPE UVA

Giovedì 27 settembre ore 19
Nuovo Cinema Aquila
Via l’Aquila, 66 – Roma

NEI SECOLI FEDELE – IL CASO DI GIUSEPPE UVA
ideato e scritto da Adriano Chiarelli
regia di Francesco Menghini

Al centro Lucia, sorella di Giuseppe UVA (Foto by varesepress/genuardi)

La notte tra il 13 e il 14 luglio 2008, a Varese, i carabinieri fermano e arrestano Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero. Uva morirà in ospedale la mattina seguente al suo arresto. Che cosa è accaduto quella drammatica notte?
Il documentario Nei secoli fedele – Il caso di Giuseppe Uva racconta le vicende legate alla tragica morte del quarantaduenne in seguito al suo arresto. Una rigorosa indagine su un decesso ancora inspiegabile e inspiegato, realizzata attraverso un’accurata raccolta di testimonianze e documenti inediti.
Dopo aver trascorso tre ore in una caserma dell’Arma di Varese, sotto la custodia di otto tra poliziotti e carabinieri, Giuseppe Uva viene trasportato in ospedale in condizioni critiche. Nel volgere della notte l’uomo troverà la morte. Le cause del decesso restano ad oggi tutte da chiarire.
L’unico processo celebrato finora, ha riguardato l’ipotesi di morte per colpe mediche, ma è stato dimostrato – con sentenza di primo grado – che i medici che hanno tenuto in cura Uva dopo l’arresto, non hanno alcuna colpa. Dopo un supplemento di perizia, sempre disposto dal giudice, è stato scientificamente provato che le cause del decesso coincidono con un complesso di fattori esterni che hanno scatenato un collasso cardiaco: stato di ebbrezza, stress emotivo, lesioni. La domanda torna a ripetersi: cosa è accaduto in quelle ore?
Allo stato attuale nessun nuovo processo è in corso, ma il giudice estensore della sentenza ha disposto ulteriori indagini sull’arco di tempo che la vittima ha trascorso in caserma e sulle reali cause di morte. In quelle ore è racchiusa la verità.
La stampa si occupò del caso, poco noto all’opinione pubblica se non fosse stato per un servizio del programma “Le Iene” che costò al giornalista e alla sorella Lucia Uva, una querela per diffamazione da parte degli agenti coinvolti, sollevando diversi interrogativi.
Il lavoro di ricostruzione di Adriano Chiarelli su quanto accaduto, vuole far luce sull’ennesimo caso di “Vittime di Stato” come li hanno definiti i familiari di Cucchi, Aldrovandi e altri che come Uva hanno visto morire i loro cari in circostanze non troppo diverse.
“Da quel momento ho giurato che avrei fatto tutto il possibile per arrivare alla verità sulla sua morte, un simile scempio non può restare impunito”. Sono state le parole della sorella Lucia dopo aver visto il corpo straziato del fratello. La donna continua a battersi per la verità, convinta, come dichiara nelle interviste raccolte nel documentario, di poter restituire a suo fratello almeno la sua dignità.
«Nei secoli fedele – IL CASO DI GIUSEPPE UVA, un’operazione di verità per portare a galla una storia scomoda per quanto assurda, una di quelle vicende in cui la banalità del male si mischia con la nebbia dei tribunali senza soluzione di continuità.»

da http://www.articolo21.org/2012/09/nei-secoli-fedele-il-caso-di-giuseppe-uva/

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Nuove partigiane resistenti: Cara Zappelli, madre di Valerio Verbano

ALL’ANPI NAZIONALE

ALLE ANPI PROVINCIALI

I partigiani non muoiono”

Il Comitato Madri per Roma Città Aperta, le aderenti del Comitato iscritte al Circolo ANPI Renato Biagetti e Stefania Zuccari, socio onorario ANPI, madre di Renato Biagetti, ucciso dai fascisti a Focene nel 2006,  richiedono una menzione particolare e il riconoscimento di partigiana resistente per Carla Zappelli, madre di Valerio Verbano, ucciso dai fascisti il 22 febbraio 1980 a 19 anni.

Motivazione

Carla Zappelli, morta a 88 anni, il 5 giugno 2012, si è battuta per 32 anni per avere verità e giustizia sulla morte del proprio  figlio Valerio Verbano,  ucciso  durante una agguato a casa dove lei e suo marito sono stati sequestrati e costretti ad assistere all’uccisione di suo figlio( quale tortura peggiore per una madre).

Per 32 anni Carla non ha smesso di cercare gli assassini di suo figlio chiedendo verità e giustizia che purtroppo non ha potuto avere in vita. In questo incessante lavoro Carla Zappelli è riuscita ad essere   punto di riferimento, soprattutto per le generazioni giovani, ma non solo,  nella lotta antifascista della città di Roma e dell’intero paese..

Carla Zappelli,  che nella sua lotta per la verità sulla morte di suo figlio era riuscita  due anni fa a far ripartire le indagini, con una rara forza di volontà e decisione,  ha saputo trasmettere in questi 32 anni a generazione successive  di giovani,  quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione. Ha saputo mantenere, attraverso l’immancabile  appuntamento ogni anno per la morte di Valerio, ma anche comunicando attraverso libri, interviste e blog,  la memoria  di eventi fondamentali nella storia antifascista e antieversiva del nostro Paese.

Riteniamo che quanto sia  stato espresso da Carla Zappelli in questi ultimi 32 anni di vita, sia analogo e paragonabile  all’impegno profuso dalle donne partigiane durante la lotta antifascista e la Resistenza, e sicuramente nello stesso spirito, solo riportato ai tempi attuali che richiedono come non mai un livello di guardia estremamente alto contro il risorgere di nuovi fascismi e neonazismi.

Comitato Madri per Roma Città Aperta

 Immagine da http://pasquinoweb.wordpress.com/2012/06/08/carla-verbano-2/

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A ISERNIA C’ERO ANCH’IO. L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA !!

Car@ vi chiediamo di aderire e divulgare l’appello in sostegno dei 7 antifasciste/i condannati dal Tribunale di Isernia (http://www.osservatoriorepressione.org/2012/08/iserna-cantano-bella-ciao-e-il-giudice.html)

APPELLO

A ISERNIA C’ERO ANCH’IO. L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA !!

 Succede ad Isernia.

 Il 29 ottobre scorso la Questura e la Prefettura di Isernia  nonostante gli accorati appelli dell’ANPI e di una cinquantina di associazioni, autorizzano la manifestazione organizzata dai “fascisti del III MillennioCasaPound, presso la sala gialla della Provincia di Isernia

Ora a distanza di quasi un anno dall’accaduto la Procura di Isernia ha provveduto a condannare con decreto penale 7 antifesciste/i ad una pena detentiva di 8 giorni di carcere, convertita in multa pecuniaria di 1350 euro a testa per “manifestazione non autorizzata” perché   “intonavano in prossimità del Palazzo della Provincia slogan del tipo <<il Molise è antifascista>> intonando la canzone <<Bella Ciao>>”. Tutto questo in base ad un regio decreto del 1931.

Insomma si condannano gli antifascisti con le leggi repressive approvate dal regime fascista!!!

Eravamo cittadini certi che la nostra Costituzione fosse nata dalla gloriosa Resistenza antifascista e invece scopriamo che essere antifascisti è un reato.

Gli esiti di questa vicenda conferma una tendenza in atto a livello nazionale, già nota e sempre più vigorosa: impunità e legittimazione per i fascisti e repressione sempre più pesante per gli antifascisti.

Questa condanna si iscrive in un clima di pesante messa in discussione dei valori dell’antifascismo, sia a livello locale che a livello nazionale, portato avanti dalla quasi totalità del mondo politico istituzionale, per il quale oramai il fascismo è una ideologia legittima come altre, anzi, meglio di altre,visto che ne fa propri valori e pratiche (dal razzismo legittimato e recepito da leggi dello Stato, all’idea che le contraddizioni sociali siano affrontabili con militari nelle strade, manganelli e sgomberi di massa.)

Noi non ci stiamo. Noi rivendichiamo il nostro antifascismo. Ora e sempre.

Rivendichiamo la nostra Resistenza alle nuove forme di fascismo e di repressione che nascono anche dal silenzio delle istituzioni. Dalla connivenza dei garanti della legge.

Non lasciamo che la nostra Costituzione venga calpestata.

Non lasciamo che cancellino la Storia.

 AD ISERNIA C’ERO ANCH’IO!

 

 

                                                                             Per aderire all’appello: osservatorio.repressione@hotmail.it

 

OSSERVATORIO sulla REPRESSIONE
Associazione di promozione sociale
www.osservatoriorepressione.org

osservatorio.repressione@hotmail.it

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