Comunicato contro la repressione (prima parte)
Vedendo quello che accade intorno a me, mi sono sentito in Dovere di scrivere questo comunicato. Probabilmente ne subirò delle conseguenze, ma mi sono sempre schierato dalla parte della Giustizia e della Verità e sono consapevole di quello che ne comporta.
Mi scuso per la lunghezza delle due parti del comunicato ma le Repressioni, le Persecuzioni, le Violenze, le Illegalità, le Ingiustizie, le Censure, ecc… in questo Paese sono davvero tante che per riportarle tutte non basterebbe un’enciclopedia. Mi limito in questo comunicato a riportare soltanto alcune storie tra cui la mia storia. Vi invito ad approfondirle e a trovarne altre.
Io come Migliaia di altri mi considero Vittima di Repressione.
Nel 2008 sono stato indagato per aver difeso la mia Terra e il Diritto alla Salute opponendomi alla realizzazione di una nuova discarica che dista 1 km in linea d’aria da quella di Difesa Grande di Ariano Irpino (AV) restata aperta per 14 anni e chiusa nel 2007 per gravi problemi di Inquinamento. Voglio ricordarvi che in Campania le discariche e i rifiuti tossici che vi sono stati seppeliti sotto, con la complicità di politici, gestori delle discariche e mafie, hanno portato all’ammalarsi e alla morte di miglia di Campani.
Mi sono state mosse accuse pesanti e del tutto infondate e false. In questo processo 4 sindaci anch’essi indagati, sono stati assolti, mentre 13 ambientalisti tra cui io siamo stati tutti rinviati a giudizio (LINK 1).
Nel processo riguardante il Disastro Ambientale della discarica di Difesa Grande, dopo 10 anni di processi, su 24 imputati indagati con 16 capi di imputazione tra cui spiccano lo Smaltimento Illecito di rifiuti, Inquinamento Ambientale, violazioni edilizie e Alterazione delle Bellezze Naturali, soltanto 2 imputati sono stati condannati a 6 mesi (riconosciuti responsabili solo della mancata messa in sicurezza e realizzazione della fase di gestione del post mortem della discarica), mentre gli altri 22 imputati sono stati tutti assolti. (LINK 2)
Il 22 ottobre 2011 sono stato Prelevato dalla mia abitazione da 10 agenti appartenenti a diversi nuclei operativi per quanto concerne gli scontri della manifestazione del 15 ottobre 2011, e trasferito nel carcere di Chieti. Anche in questa occassione mi sono state mosse accuse pesantissime, anche questa volta del tutto infodate e false. Ma stavolta la storia è ben diversa.
La Procura di Ariano Irpino dalla quale è scattata l’indagine e le successive accuse nei miei confronti, cercava visibilità in quanto il Tribunale di Ariano Irpino era a rischio chiusura (chiusura ugualmente avvenuta con mio immenso piacere). Le successive dichiarazioni (LINK 3) del Procuratore Capo di Ariano Irpino, Luciano D’Emmanuele: “Pur essendo una procura di periferia, ci difendiamo bene, viene premiato il lavoro investigativo, che è stato rapidissimo e ci ha portato a conseguire un risultato così importante” e “Ecco come sono utili i piccoli tribunali…” confermano la mia ipotesi.
L’indagine è stata fatta scattare dal Sostituto Procuratore del Tribunale di Ariano Irpino, Dr.ssa Michela Palladino, la quale ha fatto anche mandare 32 avvisi di garanzia a 32 operai dell’Irisbus colpevoli di aver Difeso il Futuro della fabbrica e il Futuro delle loro famiglie, in una manifestazione avvenuta il 15 ottobre 2011 davanti la fabbrica dell’Irisbus di Valle Ufita (LINK 4). Gli operai dell’Irisbus cercavano Giustizia, hanno trovato la Palladino (cit.).
Un’altra motivazione del mio arresto è mediatica. I media nazionali di disinformazione cercavano il mostro da sbattere in prima pagina. Io ero un ottimo candidato in quanto già sotto accusa per il processo sulle discariche e anche perchè il giorno del mio arresto mi stavo accingendo per andare a una Manifestazione NOTAV in Val di Susa. Sono stato fermato e succesivamente posto a perquisizione, nel momento stesso in cui mi ero messo in macchina per andare alla stazione di Pescara. Mi chiedo se il giorno e il momento del mio arresto fossero casuali o premeditati?
Questo ha fatto si che aumentassero le Truppe di Occupazione in Val di Susa nel giorno della manifestazione “Dacci un Taglio” e i media di disinformazione gridassero all’infiltrazione di blec bloc all’interno di quella Manifestazione. Hanno avuto così la Scusa di Criminalizzare come da loro abitudine il Movimento NOTAV. Per questo spiacevole fatto mi sono sentito in colpa e anche se non avevo colpe dirette e non potevo imagginare cosa sarebbe successo quel sabato voglio chiedere ugualmente scusa al Movimento NOTAV. Visto che mi era stato impedito di partecipare alla Manifestazione e quindi non ero presente in Val di Susa, la manifestazione si è conclusa senza nessun incidente !!!
I media nazionali di disinformazione mi hanno dipinto come un assassino diffondendo publicamente tramite i loro giornali e le loro tv molte falsità facendomi passare agli occhi della Nazione come un mostro e come capo dei blec bloc. Ma non è tutto bloc ciò che è blec (cit.).
Dopo 26 giorni di carcere passati la prima settimana in sciopero della sete e della fame e la seconda soltanto in sciopero della fame, e dopo essere stato per la maggior parte del tempo nel Carcere di Chieti e successivamente trasferito all’improvviso nel Carcere di Rebibbia, i giudici del riesame con 5 pagine di motivazioni, hanno fatto decadere tutte le accuse mosse nei miei riguardi.
Tale notizia è stata oscurata dai media nazionali di disinformazione i quali si erano riempiti le prime pagine e le prime edizioni dei tg per molti giorni dopo il mio arresto. Soltanto pochissimi giornali di informazione e alcune testate locali ne hanno dato notizia.
Ma non è stata l’unica cosa ad essere oscurata…..
Qualche giorno dopo essere uscito dal Carcere di Rebibbia ho scritto un comunicato stampa (LINK 5). In questo comunicato scrivo: “Ringrazio il Tribunale del Riesame per aver fatto luce e aver riportato giustizia e verità sulla mia situazione ma chiedo ugualmente di essere rinviato a giudizio”. “Voglio essere ascoltato dai giudici ai quali riporterò tutto ciò che penso e che so sulla manifestazione del 15 ottobre, dirò quali sono le mie idee e anticipo pubblicamente e apertamente che mi schiero e appoggio ideologicamente quelli che tutti chiamano violenti”. Concludo il comunicato con: “La verità si deve sapere perché è in gioco la libertà di 11 compagni/e”, “Voi Procure volete condannarmi e farmi arrestare? Fatelo pure ma sarà per le mie idee e non per ciò che mi avete accusato”.
Ne approfitto per ribadire la mia estraneità a tutti i capi di accusa che mi sono statti imputati!
Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose. (René Descartes)
Questo comunicato l’ho scritto mosso dalla rabbia per ciò che ho subito io e altri manifestanti. A due anni di distanza lo confermo e lo ribadisco!
Ora di seguito vi riporto due episodi gravissimi di Censura attuati nei miei confronti:
Il comunicato stampa l’ho mandato a moltissime testate giornalistiche cartacee nazionali e locali e alle varie redazioni dei tg nazionali e locali. Soltanto un giornale locale e due testate web locali hanno avuto il coraggio di pubblicarla.
Vedendo che il mio comunicato stampa è stato Censurato da Tutti, mi sono visto costretto a recarmi alla Stazione dei carabinieri di Chieti Scalo per sporgere regolare denuncia. Dopo un po’ di tira e molla, i carabinieri di Chieti Scalo hanno acconsentito alla trascrizione della mia denuncia la quale è stata timbrata e firmata. Ho denunciato varie testate di disinformazione sia cartacee che televisive per Censura facendo appello al Diritto di Libertà di Espressione e Informazione Sanciti della nostra Costituzione (Art.21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure), e facendo appello al Diritto di Libertà di Espressione Sanciti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Art.11: Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera). Questa mia denuncia è rimasta chiusa nei loro cassetti ma poco mi importa, sapevo già ben prima di scriverla che sarebbe stata Censurata e che non ci sarebbe stato nessun seguito.
La legge è uguale per La RAI ai Cittadini – Aderisci anche tu – MoveOn italianotti; le denunce delle procure però sono diverse e immediatamente attuate rispetto alle denunce per la Violazione dei Diritti Fondamentali!
Ne approfitto per ricordare nuovamente alle Autorità che nel caso in cui io sarò vittima di Persecuzione o altro i miei amici diffonderanno nel giro di poco tempo notizie rilevanti oscurate e tenute nascoste e documenti nei quali riporto dettagliatamente i gravi crimini commessi e tutt’ora in corso verso il Nostro Popolo e verso Tutti gli altri Popoli.
Concludo qui la prima parte del comunicato contro la Repressione dando la mia Solidarietà e Vicinanza a Tutti/e le Vittime di Ingiustizia, di Persecuzione e di Repressione.
TUTTI/E LIBERI/E
CHUCKY VECCHIOLLA
Leonardo Vecchiolla, detto «Chucky», giovane attivista di 26 anni, si è ucciso (il 1 settembre 2014) sparandosi un colpo di arma da fuoco alla tempia nella casa dello zio in via Intonti ad Ariano Irpino. «Chucky» viveva a Chieti insieme alla compagna con la quale ha avuto un figlio che oggi ha un anno. Vecchiolla era stato arrestato a Chieti nel 2011 per gli incidenti del 15 ottobre in piazza San Giovanni a Roma tra manifestanti e forze dell’ordine. Pesantissime le accuse: tentato omicidio del carabiniere che guidava il blindato dato alle fiamme, devastazione, saccheggio e resistenza. Era stato scarcerato il 16 novembre 2011 dal tribunale del riesame. Video e fotografie che lo ritraevano a volto scoperto e lontano dal furgone in fiamme lo hanno scagionato. Chucky si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. «Chucky ieri sera ha deciso di lasciarci. Ha deciso di spezzare le catene della repressione per volare libero» ha scritto l’Osservatorio contro la Repressione. In un messaggio di commiato i 99 Posse hanno ricordato che Leonardo è stato attivo nelle lotte contro l’inceneritore di Acerra e contro la discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino. «Ci resta tanta rabbia e tristezza — scrivono i 99 Posse — per il terzo suicidio di un giovane impegnato nelle lotte sociali, un fenomeno che chiama tutti noi a una riflessione doverosa». «Il sequestro di stato che perdura da quasi mille giorni mi impedisce di dargli l’ultimo saluto — scrive Davide Rosci detenuto per gli scontri del 15 ottobre — So cosa significa essere accusato ingiustamente e per reati che non dovrebbero esistere nel nostro ordinamento giuridico perchè figli del fascismo. Che la terra ti sia lieve compagno Chucky, per te continueremo a resistere». da http://ilmanifesto.info/15-ottobre-2011-il-suicidio-di-leonardo-chucky-vecchiolla/