Per non dimentiCarlo

Caro Carlo,

una poesia a te dedicata ci ricorda che i giovani non devono morire, non devono consumare la loro giovane vita sull’asfalto nel sangue. Sono anni feroci da quel giorno in cui lo Stato per mano di un carabiniere ti ha tolto la vita. Sono anni feroci che hanno tolto la vita a tanti giovani per mano di fascisti e uomini in divisa. Sono anni feroci che hanno tolto la libertà a tantissimi giovani che lottavano e lottano per un mondo migliore.

Voi figli, eravate tutti nel luogo giusto dove volevate essere, nelle piazze, nei territori, come dice Chiara dal carcere delle Vallette,” con i miei compagni o specchiandomi negli occhi di donne e uomini sconosciuti, imparando ad ascoltare, scegliendo di aspettare, correndo più veloce,.. dove si scopre il sapore dolce e intenso della lotta, qualcuno ti stringe la mano che trema e si getta il cuore oltre l’ostacolo”.

Le parole di Chiara e di Mattia sembrano parole anche tue quando ci ricordano il rifiuto  di adattarsi ad una scelta di vita tranquilla e rassicurante e ribadiscono la scelta di lottare in ogni modo per un mondo migliore, quello per cui tredici anni fa in trecentomila si mossero arrivando qui a Genov.

Caro Carlo , il tuo assassino non ha ancora un numero identificativo ma le forze di polizia europee identificabili e non  fanno da sfondo all’inasprimento repressivo interno a ogni stato, al controllo sociale, alla presenza dell’esercito nelle città e nei luoghi in cui sono presenti processi di resistenza attiva e organizzata (come in Val di Susa contro il Tav o a Niscemi contro il progetto Muos), che sono diventate zone di “interesse strategico nazionale”, vere e proprie zone rosse ( Genova ieri come la Val susa oggi) permanenti e invalicabili nel cuore di centri abitati o di zone fino a poco tempo prima di libero accesso e circolazione.

Cari Carlo, Dax, Renato, Chiara,  Mattia, noi madri ci vogliamo riprendere i vostri corpi uccisi e imprigionati, renderli di nuovo visibili, ci vogliamo riprendere i vostri sogni, per farvi tornare in vita e in libertà.

Non abbiamo  paura. La paura la lasciamo respirare a quelli assediati dalle lotte, a quelli irriconoscibili coperti da caschi e scudi, ai vigliacchi armati di lame fasciste.

Cari Carlo, Dax Renato i vostri polmoni erano pieni di libertà, come lo sono quelli dei compagni che oggi sono in carcere e sotto processo per le loro lotte e e i loro sogni.

Anche i polmoni delle madri si sono riempiti di libertà attraverso i respiri dei loro figli e continueranno a raccontare e denunciare i tanti episodi di sopruso che accadono e che evidenziano la sistematica riduzione degli spazi di  libertà e di diritto, che dovrebbero essere garantiti da una costituzione antifascista, atti che parlano invece di forme costrittive e repressive (soprusi, violenze e carcere),  come unica  risposta  all’attuale disagio sociale ed economico  del paese. un attacco alle libertà e ai diritti scaturite dalle lotte antifasciste e dalla Resistenza.

Le vostre madri racconteranno come  lo Stato attraverso un uso, ormai abnorme e finalizzato, di custodie cautelari e carcerazioni,  sottrae la libertà a donne e uomini impegnate nelle lotte sociali e territoriali. Grideranno come lo Stato  sequestri persone per i fermi e le carcerazioni e che molte vengano  restituite morte, negando ogni possibilità di avvicinarle, e sospendendo per loro e i loro familiari ogni diritto umano e costituzionale.

Le madri con i loro corpi e quelli dei loro figli ri-nati e liberati continueranno ad opporsi ad uno Stato liberticida e repressivo che continua a favorire  e coltiva la crescita di gruppi fascisti, nazisti e razzisti, che non ha voluto una Commissione per i fatti di Genova, e che non ha introdotto il reato di tortura.

Dedicato a Carlo, Dax, Renato e a tutte/i compagni in carcere.

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