Lettera al Prefetto di Roma delle Madri per Roma Città Aperta

Ill.mo sig. Prefetto di Roma,

Siamo un gruppo di
donne del “Comitato Madri per Roma Città Aperta”, che si è formato intorno a
Stefania Zuccari, madre di Renato Biagetti, giovane di 26 anni accoltellato nel
2006 a Focene alla fine di un concerto di musica reggae. Pochi lo ricordano,
ma uno dei due giovani aggressori, appena diciannovenne, recava sulle braccia
tatuaggi con simboli (croce celtica e legionario romano) che rivelavano una
chiara appartenenza ad una sottocultura di violenza e di intolleranza.

L’assassinio di
Renato è stato il culmine tragico di una lunga serie di aggressioni
verificatesi nella nostra città e inutilmente denunciate dalla rete
antifascista romana. Dopo la morte di Renato, le aggressioni sono purtroppo
continuate, sia in occasione di concerti in parchi pubblici, che contro le
stesse istituzioni, studenti e cittadini impegnati in attività politiche, sedi
della comunità omosessuale romana, cittadini lavoratori stranieri e comunità
rom.

Noi riteniamo che
questo tipo di violenza nei confronti di tutte le diversità, in qualunque modo
siano e si manifestino, di carattere sessuale, etnico, culturale, politico,
religioso, deve considerarsi una forma nuova di fascismo e non un semplice
fenomeno delinquenziale, riconducibile a banali episodi di “bullismo”, di
“risse tra balordi”, e ancor più di semplici scontri fra esponenti di ” opposti
estremismi”.

Non dobbiamo
dimenticare che il fascismo fece suoi, già al suo nascere, gli stessi metodi:
aggressioni, intolleranza, razzismo e intimidazione.

Oggi noi, madri non
solo dei nostri figli, alcuni dei quali hanno perso la vita innocenti a causa
di questa violenza, siamo preoccupate per la colpevole superficialità che le
istituzioni prestano alla natura politica di questo fenomeno.

Su questo le
chiediamo un incontro, perché la natura del suo mandato la conduce ad
affrontare problemi di carattere sociale, come quelli dell’ordine e della
sicurezza pubblica, mediando tra le istituzioni governative e le realtà locali.

L’antifascismo
durante il regime, la resistenza e, dopo la guerra, la nostra Costituzione hanno
messo al bando definitivamente dalla nostra società non solo il fascismo ma
anche ogni manifestazione che allo stesso in qualche modo ci possa ricondurre o
ispirarsi.

Il nostro Comitato
si prefigge di individuare e denunciare ogni tentativo di riportare indietro la
nostra democrazia, nella convinzione che ogni atto di intolleranza nei
confronti del diverso riduce gli spazi di libertà di ognuno di noi e frena il
progresso democratico.

Questo raccontiamo
nelle scuole dove ci invitano a parlare, su questo organizziamo dibattiti con
uomini di cultura, delle istituzioni e dell’informazione.

Ci conceda un
incontro nel quale avremo modo di esporle il nostro impegno di denunciare e
contrastare ogni forma di violenza e apologia fascista, di intolleranza e di
razzismo presenti nella nostra città. L’incontro sarà utile per costruire, in
un clima di partecipazione, una convivenza fondata non sulla repressione ma
sulla salvaguardia dei valori costituzionali.

Il suo piano di
lavoro è un ripristino di civiltà, di cui la sicurezza fa parte, il nostro è la
difesa delle forme democratiche antifasciste, di cui la sicurezza fa parte.

 

Madri per Roma Città Aperta 

Giugno 2008 

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