18 marzo 1978 Fausto e Iaio, per sempre ragazzi

«Era una giornata primaverile, soleggiata, il ricordo è ancora vivo in me . La notizia della morte di mio fratello mi colpì in maniera atroce. Il problema più grande era quello di dirlo ai miei genitori, che non avevano mai sopportato che facessimo politica e che consideravano Milano un posto pericoloso. Dopo la morte di Iaio non parlarono con i giornalisti, non reagirono, si chiusero in se stessi. Io al contrario, ho provato portare avanti questa battaglia. Con me tanti amici di Fausto e Iaio, tante persone desiderose di giustizia, ma soprattutto una donna che fin da subito ha mobilitato tutte le sue energie per cercare la verità, la madre di Fausto, Danila».
Maria Iannucci, sorella di Iaio

«Ma poi questi ragazzi sono stati abbandonati. Fausto è nato a Trento, città da cui sono originaria. Ci siamo poi trasferiti in Germania e infine a Milano, dove mio figlio ha trovato la morte. Era un ragazzo davvero meraviglioso, un bravissimo studente, amato da tutti. Ci sono stati grandi funerali, ma poi in molti li hanno dimenticati. Prima di tutto lo Stato, le istituzioni. Che non hanno voluto fare giustizia».
Danila, madre di Fausto
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“L’archiviazione definitiva è stata un brutto colpo: avere appreso che pur con forti indizi a carico di tre esponenti della destra neofascista legati alla banda della Magliana, Bracci, Carminati e Corsi, non è possibile procedere ad un processo? è stato un pugno nello stomaco. Quello che rimane è un delitto inquietante e insoluto. Non ci resta che tenere vivi i loro ideali».
Maria Iannucci, sorella di Iaio

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