Una nuova lapide per Pinelli

13232904_1089197021103815_6910577553367510142_nE’ sempre un’emozione poter condividere con tanti amici una parte importante del percorso che ancora una volta ci porta a ricordare Pino Pinelli. Non fa freddo ed è una cosa che colpisce. Siamo abituati a ritrovarci qui in Piazza Fontana a dicembre con il freddo che penetra nelle ossa e il ricordo e la solidarietà che scaldano il cuore. Il ringraziamento a chi oggi ha deciso di essere qui per la posa di questa lapide è grande, come il nostro grazie sincero a chi ha preso l’iniziativa e si è preso l’onere di realizzarla, quindi a Mauro Decortes e al circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, ai compagni di Carrara, a Ri-Maflow per la realizzazione della struttura, che unisce un lavoro accurato a delle scelte simboliche che rende il tutto ancora più significativo.

Non sono gli anni trascorsi che ci faranno dimenticare Pino, una serata come quella di oggi ne è la dimostrazione. Pino che è diventato, suo malgrado, un simbolo, della violenza del potere e dei diritti negati, ma che tanto ci ha lasciato e ci ha permesso di essere ancora qui a portarne avanti i valori, perché aveva una vita che è importante continuare a testimoniare, una vita di impegno nel sociale, di impegno politico, sempre dalla parte degli ultimi. Una vita piena di affetti, di ideali, una vita spezzata dagli stessi che ancora oggi ci tolgono quei diritti faticosamente conquistati, che reprimono il dissenso, che ci vorrebbero sudditi invece che cittadini critici capaci di scegliere.

Tanta strada è ancora da percorrere per vedere realizzati quegli ideali, quei valori in cui Pino credeva, in cui tanti di noi credono, ideali di pace, per un mondo senza guerre e senza confini, in cui i diritti di tutti vengano rispettati. Le ondate di xenofobia e razzismo non ci appartengono e a questa società sempre più piramidale, ai diritti negati, continueremo a rispondere con l’impegno, il confronto, continuando a tenere alti quei valori di antifascismo e resistenza perché una società più giusta e più umana sia possibile. Perché nessuno debba mai più subire quello che abbiamo subito noi.

Claudia Pinelli
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22 maggio, piazza Fontana

Spero che nostro padre possa vedere tutte le persone che si sono raccolte oggi in questa piazza, le persone che lui chiamerebbe “i suoi amici”. Lui che (come scriveva Giuseppe Gozzini a poche ore dalla morte) “viveva del suo lavoro, solido negli affetti e assetato di amicizia e gli amici li scuoteva con la sia inesauribile carica umana”: I ” suoi” amici con i quali condividerebbe, ora come allora, quegli ideali antifascisti che lo hanno accompagnato per tutta la sua breve esistenza.
Lui che rigettava la violenza (eppure è morto in modo terribilmente violento), lui che giovanissimo aveva partecipato alla resistenza come staffetta partigiana per combattere quel fascismo portatore di ingiustizia, sopraffazione e dolore (fascismo che oggi ha trovato nuovo fertilizzante e si sta espandendo a macchia d’olio sotto l’ala benevola di chi dovrebbe impedirlo).lui che si vantava della sua anarchia convinto che alla base di ogni rappaorto umano ci dovesse essere il rispetto reciproco, insofferente verso qualsiasi forma di autoritarismo..
Lui che ci lascia una rosa , un binario spezzato accanto a una lapide e un sogno meraviglioso che si chiama (A)narchia.

Silvia Pinelli

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