…questo rumore di chiavi….

Colloquio con Mattia del 10 marzo

Oggi è una bella giornata… ho visto mio figlio Mattia nel carcere di Alessandria.

Dopo la perquisizione ormai conosciamo la strada, attraversiamo
squallidi corridoi scrostati per arrivare davanti al blindato della
sala colloqui. Ci aprono la porta e lui è già lì! Il suo sorriso è
sempre luminoso e il suo abbraccio forte.

I primi minuti sono sempre dedicati a raccontarci con poco ordine come stiamo, le ultime novità in famiglia, la posta… hai ricevuto la lettera di? hai scritto a? ti salutano tutti, ci manchi tantissimo.

Poi si parla di questo incubo che stiamo vivendo, della necessità di
difenderci da questa accusa assurda che ci è piombata addosso. E oggi della solidarietà che sta arrivando sempre più forte e delle persone che si stanno accorgendo di quello che capita in questo Paese.

Mattia, sei sempre Mattia, nonostante l’ingiustizia assoluta che ti è imposta sei sempre lucido e consapevole. Sempre capace di pensare
anche gli altri, di preoccuparti per i tuoi compagni e per noi.

E quando ci sembra che i tuoi gesti diventino più sciolti, che la tua mano presa tra le mie cominci a scaldarsi e i tuoi occhi ridere di più abbandonando le difese che questo posto ti chiede di mettere in atto per sopravvivere, si sente quel rumore di chiavi. Credo odierò per sempre questo rumore di chiavi che sbattono fra loro e che segnano la fine del nostro tempo.

Un abbraccio lungo che resista fino alla prossima!
Cristina

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