Solidarietà al centro sociale Horus sgomberato dalla polizia

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Al Sindaco di Roma

Al Prefetto

Al Presidente della Provincia di Roma

Abbiamo appreso
dell’intervento di sgombero effettuato stamattina presso il Centro sociale
Horus, un centro che raccoglie attualmente le presenze più giovani tra gli
occupanti i centri sociali romani. Riteniamo quindi L’attacco ad Horus è quindi
ancora più odioso, perché colpisce giovanissimi che stanno costruendo il loro
progetto di vita e offrono a tutta la città il loro progetto urbano e i loro
spazi liberati.

Avevamo chiesto
al Sindaco di  considerare le occupazioni
di spazi  degradati e abbandonati come
proposte sociali, economiche e culturali, e di instaurare con i cittadini un
dialogo aperto e rispettoso delle differenze, per non creare un clima violento
e repressivo.

Il presupposto
dell’illegalità applicato per motivare lo sgombero e ripetuto dal Sindaco
Alemanno , dovrebbe essere applicato a ben altre situazioni romane, come
abusivismo edilizio, illegalità nelle trattative di trasformazione del territorio
romano, che hanno riempito sicuramente le tasche di proprietari, di
costruttori, di realizzatori di centri commerciali inutili e di faccendieri,
pubblici e privati, che su questo hanno costruito vere e proprie  fortune personali .

La nostra città è
stata trasformata in un vero e proprio trionfo dell’illegalità.

Lo Stato e le
Amministrazioni locali devono essere loro stessi modelli di legalità per i
cittadini.

Occupare un immobile abbandonato, fonte di degrado e di
disagio non è illegalità ma è una proposta democratica di utilizzo della città.

Lo sgombero di
Horus è il vostro piano di cancellare la straordinaria esperienza dei centri
sociali, spazi sottratti alla speculazione e alla rendita, luoghi di produzione
culturale, luoghi di socialità fuori dalle logiche del mercato, luoghi del
conflitto, luoghi di libertà. Spazi liberati che hanno ridisegnato il
territorio dal basso, promosso occupazioni abitative, reti antisfratto,
sportelli contro la precarietà, palestre popolari, laboratori di sperimentazione
culturale e tanto altro ancora, ma certamente non sono mai stati luoghi di
violenza e discriminazioni.

I centri sociali
sono realtà che, ormai da decine di anni, producono attività di diverso
interesse sociale e politico in ogni angolo del pianeta. Veri e propri
laboratori di democrazia, luoghi di sperimentazione di un’altra città, dentro
la città, sono popolati da studenti, precari, migranti, operai.  Hanno costruito uno spazio che va oltre i
muri dell’edificio occupato, un protagonismo sociale che si diffonde in città e
diventa di interesse pubblico.

Forse proprio per
questo la presenza dei Centri Sociali in ogni territorio è ancora considerata
dalle istituzioni un’anomalia da reprimere e normalizzare e non quello che sono
in realtà per chi li vive quotidianamente: spazi di libertà e democrazia,
luoghi di produzione politica, sociale e culturale.

Noi madri, che a
partire dall’aggressione e dalla cultura dell’odio abbiamo scelto e praticato
la via del dialogo e del rispetto delle diversità e ne abbiamo fatto il nostro
impegno politico, vogliamo  che l’Horus
continui a vivere, là dove i ragazzi lo hanno creato, come tutti i centri
sociali romani, perché rappresentano, insieme alle altre realtà di base
cittadine un vero e proprio progetto urbano di democrazia e di antifascismo.

Esprimiamo tutta
la nostra preoccupazione che gli sgomberi dei centri sociali, auspicati dal
sindaco Alemanno, interrompano un’esperienza che da anni sta costruendo e
conservando la democrazia  nella nostra
città.

Roma 21 Ottobre 2008

 

 
Madri per Roma Città Aperta

madrixromacittaperta@libero.it

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