Roma, raid neonazista al Pigneto

Un gruppo con il volto coperto da foulard con la svastica
ha distrutto le vetrine di due alimentari e di un call center

Roma, raid neonazista al Pigneto
Picchiato un extracomunitario

Alemanno: "Atto di gravità inaudita, puniremo i colpevoli"
Gli abitanti del quartiere in piazza contro razzismo e xenofobia

<B>Roma, raid neonazista al Pigneto<br>Picchiato un extracomunitario</B>

Il quartiere Pigneto

ROMA
– Una vera e propria spedizione punitiva al grido di "Sporchi
stranieri" e "Bastardi". Nel mirino gli extracomunitari del quartiere
Pigneto a Roma. Oggi pomeriggio un gruppo di venti ragazzi, guidati da
un uomo, con i volti coperti da foulard con la svastica, ha fatto
irruzione in un alcuni negozi di una delle zone più multietniche di
Roma. In via Ascoli Piceno i teppisti hanno danneggiato due vetrine e
un frigo bar di un negozio di alimentari e le vetrine di un call
center. In via Macerata sono stati assaltati un altro alimentari ed è
stata infranta la vetrata del portone di un’abitazione. Un
extracomunitario del Bangladesh è stato picchiato dalla banda. "E’
stato colpito da una bastonata e non ha avuto bisogno di andare a farsi
medicare in ospedale", hanno raccontato alcuni testimoni.

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La squadraccia è arrivata improvvisamente di corsa, tenendo in mano
assi di legno, e si è scagliata contro l’extracomunitario. Tanta la
paura nel quartiere, dove sono molti gli immigrati che gestiscono
attività commerciali. Tutti sono scappati e molti hanno chiuso le
saracinesche dei negozi.

Il primo ad essere assaltato è stato un negozio di alimentari in via
Macerata, gestito da quattro anni da un immigrato indiano al quale sono
state distrutte a bastonate le vetrine esterne. Successivamente, gli
assalitori si sono diretti nella parallela via Ascoli Piceno, dove sono
state mandate in frantumi le vetrine di una lavanderia-phone center e
di un altro alimentari, entrambi gestiti da cingalesi. L’alimentari è
stato il più colpito dal raid, con la distruzione di un frigo e della
merce presente sugli scaffali, soprattutto bottiglie di birra e vino.

Una cronista dell’Agi, testimone dell’episodio, ha tentato invano di
chiamare il 113, per molti minuti, ma nessuno ha risposto (Audio: il racconto della giornalista).
Dopo pochi minuti, la banda è scappata e molti abitanti del quartiere
si sono riversati nelle strade e si sono affacciati dalle finestre per
capire cosa fosse accaduto.

"Non capiamo perché sia avvenuto questo attacco – hanno detto i
bengalesi titolari della lavanderia di via Ascoli Piceno – Siamo da
anni qui, lavoriamo, paghiamo le tasse e mandiamo i soldi a casa. Cosa
abbiamo fatto?".

Il Pigneto è un quartiere popolare della Capitale dove si trovano il
centro sociale Snia Viscosa, uno dei più grandi e attivi della
capitale, il Bar Necci, famoso per essere stato il bar di Pier Paolo
Pasolini, e una storica sede dell’Associazione Nazionale Partigiani
Italiani. Dopo l’aggressione gli abitanti del quartiere sono scesi in
strada per manifestare il loro rifiuto di ogni forma di razzismo e
xenofobia.

Il quartiere, a metà anni ’90, ha conosciuto una rinascita che lo ha
portato a essere luogo di ritrovo di artisti e musicisti. E’ stato
proprio in virtù del suo passato di quartiere degradato che molti
immigrati, prevalentemente dal Bangladesh, hanno scelto di aprire al
Pigneto attività commerciali di vario tipo, bazar e bar in particolare,
sfruttando il basso costo dei locali.

Durissima la reazione delle autorità, a cominciare dal sindaco Gianni
Alemanno: "Il raid e l’aggressione al Pigneto nei confronti di
cittadini extracomunitari, ai quali va la mia solidarietà, è un atto di
una gravità inaudita che mi lascia sdegnato e che non passerà sotto
silenzio. Mi sono già attivato con le forze dell’ordine affinché i
colpevoli di questo gesto siano presi e puniti in maniera esemplare".

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Regione Piero
Marazzo: "Roma è una città aperta e
multiculturale che non
ha nessuna intenzione di lasciare spazio a drammatici episodi di
razzismo e intolleranza e di rivivere anni bui e dolorosi di un passato
che vogliamo definitivamente vedere alle nostre spalle". E il
presidente della Provincia Nicola Zingaretti sottolinea che quello del
Pigneto è "un altro episodio di violenza e xenofobia che non è davvero
più possibile tollerare" e che "tutte le istituzioni dovrebbero
condannare duramente e con fermezza" perché "Roma ha bisogno di tornare
a respirare un’aria di pace, libertà e di vero rispetto nei confronti
del prossimo".

La Repubblica (24 maggio 2008)

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