Sicurezza a Roma

RELAZIONE SULLA SICUREZZA NELLA REGIONE LAZIO
2004-2005


Prima “Relazione sulla Sicurezza nella Regione Lazio 2004-2005

a
cura dell’ “Osservatorio Tecnico Scientifico per la sicurezza e la legalità”.

 

L’Osservatorio
effettua un monitoraggio continuo dei fenomeni criminali. Con la prima
relazione l’Osservatorio fissa già un buon primato, grazie alla presenza di
rappresentanti delle forze dell’ordine al suo interno può presentare una
fotografia dello stato della sicurezza prima rispetto alle altre regioni
d’Italia che devono aspettare le rilevazioni Istat.

 

I dati contenuti nella relazione sono invece
estratti direttamente dal sistema di indagine (SDI) della Banca Dati Interforze
del Ministero dell’Interno. La nuova metodologia prende in considerazione,
oltre alle denunce acquisite dall’Arma dei Carabinieri, dalla Polizia di Stato
e dalla Guardia di Finanza, anche i delitti segnalati all’Autorità Giudiziaria
dalla Polizia penitenziaria e dal Corpo Forestale dello Stato.

 

Numeri ufficiali e numeri oscuri: È inutile
dire che anche queste risultanze statistiche riflettono la dimensione della
cosiddetta criminalità ufficiale o apparente, costituita
dall’ammontare dei reati che pervengono alla conoscenza delle agenzie di
controllo sociale, a seguito delle denunce dei cittadini o dell’attività
quotidiana delle forze dell’ordine.

Tali
dati sono, perciò, irrimediabilmente condizionati dall’entità del cosiddetto numero
oscuro
, vale a dire dalla quantità di delitti che ogni anno sfuggono alla
registrazione ufficiale perché, per diverse motivazioni, non vengono denunciati
dalle vittime e non risultano altrimenti perseguiti dagli organismi
istituzionali

• Per una più rapida ricognizione delle fattispecie
criminose si è proceduto ad una classificazione dei reati per macrocategorie
omogenee

 

La
rilevazione dei reati commessi sul territorio della Regione Lazio nel biennio
2004-2005 consente la realizzazione di una vera e propria analisi
georeferenziata del fenomeno
criminale nel Lazio attraverso accurate
rappresentazioni grafiche. Si nota in questo modo come l’indice di
delittuosità ( ovvero il rapporto tra i reati commessi e la popolazione
residente per ogni singolo comune, nella relazione è
stato calcolato ogni 10.000 abitanti)
sia
in aumento nelle province di Roma (l’85% del totale), Latina e Viterbo, resti
invece invariato in quella di Rieti e tenda a decrescere in quella di
Frosinone. Naturalmente il dato di incidenza dei reati nei capoluoghi di
provincia risulta essere più elevato e colpisce particolarmente la città di
Roma (70% del totale dei reati denunciati a livello regionale) che, sia per la
concentrazione degli interessi economici che per l’etereogeneità della
composizione etnica, appare di notevole entità. D’altro canto una maggiore
propensione alla denuncia dei reati da parte dei cittadini è certamente indice
di adesione convinta ai valori della legalità e di una presenza efficace e
ramificata sul territorio da parte delle forze dell’ordine.

Se
si analizzano i dati riguardanti le specifiche macrocategorie di reati individuate
dall’Osservatorio si può certamente evidenziare il calo complessivo delle
denunce che riguardano i “reati contro la vita”
(stragi, attentati e varie
tipologie di omicidi), meno che a Frosinone e a Latina.

Per
quanto riguarda i “reati della conflittualità quotidiana” (lesioni,
percosse, minacce e ingiurie), che costituiscono da sempre la percentuale
maggiore delle fattispecie criminose, hanno registrato un lieve aumento su
tutto il territorio regionale

Molto
difficile, come noto, la rilevazione dei “reati sessuali” da sempre
presenti anche in realtà private e familiari praticamente irraggiungibili dalle
rilevazioni ufficiali che pure evidenziano un andamento oscillante nelle varie
province. Si nota però una crescita delle denunce di violenza sessuale nei
comuni non capoluogo di tutte le province del Lazio.

In
crescita tutta quella categoria di reati contro il patrimonio che
l’Osservatorio ha inserito nella macrocategoria dei “reati predatori” (varie
tipologie di truffe, furti e rapine).

L’impegno
contro il crimine è riscontrabile invece grazie alla categoria dei “reati
individuati attraverso l’attività delle forze dell’ordine”
(contrabbando,
contraffazione, ricettazione, sequestri di persona e sfruttamento della
prostituzione), anche se il dato ha un’affidabilità numerica relativa. I dati
relativi alle denunce sono infatti frutto di lavori di indagine che durano nel
tempo, quindi è difficile avere un raffronto significativo. Oltre al fatto che
ovviamente per alcuni reati della categoria ci sono denunce che seguono un
preciso iter giudiziario.

Ciò che appare importante è l’andamento di reati che
evidenziano la crescente infiltrazione della criminalità organizzata nel
Lazio
, rilevabili ad esempio nel campo del contrabbando (con i dati delle
dogane di Roma San Lorenzo, Fiumicino e Civitavecchia). Per quello che riguarda
la contraffazione, il Lazio si configura come zona di distribuzione delle merci
e non di produzione. Le denunce in questo campo sono aumentate del 31% grazie
all’azione delle forze dell’ordine in certe realtà e in specifici periodi.
Diminuzione di quasi il 7% delle denunce per i casi di ricettazione

“Reati
indicatori della presenza della criminalità organizzata”
(associazioni a delinquere e di stampo mafioso, usura,
estorsioni, riciclaggio, stupefacenti). E’ questa la macrocategoria individuata
dall’Osservatorio che più delle altre rileva la crescita del fenomeno ed
evidenzia maggiormente il discostarsi tra la realtà dei numeri e la realtà
vera. La presenza della criminalità organizzata che sarà oggetto di una
relazione a parte dell’Osservatorio presentata in autunno, è evidente
soprattutto dai dati relativi al traffico di stupefacenti che si conferma
essere, soprattutto in alcune zone della regione, uno dei principali settori di
attività. Il radicamento è tale che in alcuni comuni del litorale è stata
denunciata la presenza di connivenze tra elementi della criminalità organizzata
e esponenti delle amministrazioni locali.

Una
macrocategoria a parte è stata individuata nei “reati di danneggiamento e
incendi”
(incendi, vandalismo) che appaiono generalmente in crescita e
vedono una differenziazione molto vasta delle denunce (dai fatti più esigui a
quelli che testimoniano nuovamente la presenza della criminalità organizzata).

Le conclusioni
della relazione
sottolineano soprattutto le conseguenze, o meglio la percezione
d’insicurezza
dell’opinione pubblica, in riferimento ai fenomeni della
microcriminalità e a prescindere dalla loro reale incidenza e persino dalla
loro effettiva pericolosità. Un elemento che le istituzioni, a partire dalla
Regione Lazio, devono considerare in modo da definire un intervento
istituzionale integrato anche di natura propriamente socioculturale (educazione
alla legalità e alla multiculturalità) che affianchi l’azione delle forze
dell’ordine e favorisca le varie forme di prevenzione (giovanile, sociale e
situazionale)

La
Regione Lazio, nel rispetto delle proprie competenze e secondo le norme
contenute dalla legge regionale del 2001 e successive modificazioni nel 2005 e
nel 2006, si è fatta

carico di garantire una serie
di finanziamenti per la creazione di un vero e proprio sistema regionale
integrato di sicurezza
che punta sulla riqualificazione delle aree urbane
degradate, su iniziative di carattere educativo tese alla prevenzione, sulla
ristrutturazione e il riutilizzo di beni confiscati. Importante anche
l’avvenuta istituzione del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio.

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