Corriere della Sera Garbatella e i ragazzini dell’8 settembre
La Garbatella dista da Porta San Paolo meno di un paio di chilometri. È un tragitto che si può fare in superficie ma che settanta anni fa era possibile anche sottoterra tramite un tunnel allora in uso che partendo dal Lotto 22 sbucava sull’Ostiense. La Garbatella era un po’ come il Quadraro, un covo di vipere secondo i tedeschi che rimproveravano ai fascisti le spese sostenute nel rione diventato poi diffusamente antifascista.
Ma torniamo a quel tunnel e alla storia che ancora qualche novantenne del Lotto 22 ricorda con passione. Nel tunnel quelli che si infilavano con maggiore allegria erano i ragazzini di Garbatella che lo usavano come il loro rifugio segreto: nonostante la guerra e gli allarmi aerei, quel tunnel era anche un luogo di giochi, divertimenti, scappatelle. Tra i frequentatori più assidui un giovanissimo Maurizio Arena, che ancora a Garbatella chiamano col vero nome di Maurizio Di Lorenzo. Aveva solo 10 anni e abitava in via Garbatella 24, dove oggi una targa lo ricorda.
Il tunnel era frequentato da molti ragazzini, e quando le mamme li vedevano sbucare fuori tiravano un sospiro di sollievo. E veniamo al dieci settembre del 1943. A Garbatella le notizie che arrivano da Porta San Paolo sono drammatiche. Parlano di scontri, di morti, di feriti, di soldati italiani che si stanno opponendo ai tedeschi. Notizie confuse, contraddittorie, dopo l’8 settembre e l’armistizio. Nel pomeriggio del 10 settembre un gruppo di ragazzi imbocca il tunnel e decide di andare a vedere. Quando poco dopo le cinque del pomeriggio fanno capolino dal tunnel si trovano di fronte una scena di sangue. A Porta San Paolo molti soldati giacciono feriti gravemente per terra, qualcuno ha ricevuto colpi di baionetta tedesca, perfino verso la gola.
Che fare? I più grandi prendono subito una decisione: aiutare i feriti. Come? Trasportandoli al sicuro dentro il tunnel. I più piccoli tornano trafelati a Garbatella, vanno in cerca di aiuto, tornano con i rinforzi.
Inizia così una trafila di salvataggio, che pian piano riesce a introdurre nel tunnel della salvezza una ventina di soldati italiani feriti. Tutt’intorno si odono ancora colpi e spari, però i ragazzi di Garbatella continuano nella loro spola, trascinando quei corpi esanimi e doloranti dentro il tunnel. Il trasporto dura molte ore e impegna tutti i ragazzini che accorrono a frotte. Quando il primo ferito esce dall’imboccatura del tunnel al Lotto 22 è ormai notte. Dove sistemare i feriti? I lavatoi del Lotto sono lì vicino. L’assistenza durerà fino al 4 giugno del 1944. Per mesi i venti soldati saranno accuditi dal Lotto e dai suoi ragazzi.
Dopo l’arrivo degli Americani i carabinieri identificano i venti militari superstiti. Da qualche parte, in qualche archivio, un’informativa dei carabinieri di Garbatella elenca i nomi dei venti soldati salvati dai ragazzi del tunnel.
8 settembre 2013
LA BATTAGLIA DELLA MONTAGNOLA.“ i caduti della Montagnola sono stati – 59, di cui 11 civili e 48 militari. –