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Accoltellato a Roma
un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti
«Avevano coltelli e urlavano Zecche di merda
vi uccidiamo»
«Ma non ti rendi
conto che cosa stai facendo?». Sono le ultime parole che F., 28 anni, ha
rivolto al suo aggressore prima di crollare a terra ferito da una coltellata,
uno squarcio di quindici centimetri alla gamba destra.
No, evidentemente
l’aggressore non si rendeva conto di quel che faceva.
O forse se ne
rendeva conto fin troppo bene visto che prima di fuggire – inghiottito dalla
notte e dal buio dal quale era spuntato d’improvviso – ha rifilato anche un
calcione a F. che era lì a terra, ferito e inerme. Quando si dice il coraggio.
E poi, prima di fuggire, gli insulti: «Zecche di merda vi accoltelliamo tutte».
Insomma, venerdì
notte, a Roma, c’è stata l’ennesima aggressione fascista.
Un’aggressione
studiata, pianificata e organizzata fin nei minimi dettagli.
A cominciare dal
giorno scelto per eseguirla: il giorno dell’anniversario della morte di Renato
Biagetti, il ragazzo ucciso il 27 agosto di due anni fa a Focene per mano di
due giovani.
«Saranno state le
tre di notte ed eravamo di ritorno da una festa a Pirateria, una festa per
ricordare Renato Biagetti», racconta uno degli aggrediti.
«Eravamo in quattro
e camminavamo a coppie di due a qualche decina di metri di distanza l’una
dall’altra. D’improvviso abbiamo sentito le urla. Ci siamo immediatamente resi
conto che eravamo vittime di una aggressione. Non ci hanno dato il tempo di far
nulla. Avevano catene e coltelli».
Nulla di casuale,
nessuna “fatalità”. Quella dell’altra notte è stata una aggressione
fascista, un
agguato a tutti gli effetti. «Erano lì che ci aspettavano chissà da quante ore –
racconta ancora uno dei ragazzi aggrediti -.
Hanno tirato fuori
le “lame” e alcuni, i più giovani, erano meno esperti, ma altri le
padroneggiavano perfettamente. Era gente addestrata».
Già, gente abituata
ad aggredire di nascosto in tipico stile fascista.
«Avevano le teste
rasate, erano armati di coltelli e catene: si è trattato di un vero e proprio
agguato premeditato», racconta un altro testimone di quanto accaduto ieri
l’altro.
«Dopo il concerto,
intorno all’una di notte – racconta – ci siamo spostati al centro sociale
Pirateria che dista poche centinaia di metri dal parco dove si era svolto il
concerto. Alle quattro abbiamo deciso di tornare a casa, la strada era deserta:
dopo alcuni metri abbiamo sentito delle grida: dieci ragazzi vestiti con
magliette nere
e teste rasate
hanno cominciato ad insultarci, quindi, si sono avvicinati e ci hanno
aggredito»
«A uno di noi, F.,
sono state inferte almeno tre coltellate ed una lo ha ferito alla coscia e, una
volta a terra, preso a calci in faccia. Anche io sono stato picchiato e
scaraventato con violenza a terra».
L’aggressione è durata
pochi attimi. «Dopo averci colpito – spiega ancora il ragazzo- sono fuggiti a
piedi. E’ stata una vera e propria provocazione di stampo neofascista in una
serata in cui ricordavamo un nostro compagno ammazzato proprio da estremisti di
destra».
E poi quel sinistro
riferimento alla morte di Renato Biagetti. Un aggressione, dunque, che ha tutta
l’aria di una rivendicazione di quanto accaduto la notte del 27 agosto di due anni
fa.
Quel giorno Renato
usciva da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene e fu aggredito da due
giovani scesi dalla loro auto coltelli alla mano. Gli urlarono di tornare a
casa, che quello non era il loro territorio.
Colpirono Renato
che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale. Si parlò, e gran parte della
stampa parla ancora, di rissa. Ecco, se qualcuno ha ancora qualche dubbio circa
la matrice dell’aggressione che ha portato alla morte di Biagetti, quella dell’altra
sera sembra fugare ogni dubbio. L’aggressione di ieri e quella di due anni fa è
stata una tipica aggressione fascista. Stesse modalità e stesse dinamiche. Ma
almeno, e solo per puro caso, stavolta il morto non c’è stato.
Questa volta
neanche il sindaco Gianni Alemanno può nascondersi dietro al rissa tra ragazzi:
«Esprimo ferma condanna per questo grave episodio di violenza che, secondo le testimonianze
delle vittime, sembra essere di natura politica», ha dovuto
ammettere il
sindaco.
«Mi auguro – ha poi
sottolineato Alemanno – che gli inquirenti siano in grado di assicurare subito
alla giustizia i responsabili di questo gesto criminale, verificando con
assoluta certezza se dietro di esso esista una forma organizzata di estremismo
di destra».
Davide Varì
Liberazione 31
agosto 2008