Voci dalla città aperta. Due giornate per raccontare un’altra Roma -26 e 26 settembre 2008

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25 e 26 settembre

Sala Renato Biagetti – Città dell’Altraeconomia

Largo Dino Frisullo

Ore 16,30-20,00

 A luglio avevamo pensato a due giornate per
raccontare l’altra Roma, quella che si muove nel territorio e cerca di far
pesare una visione critica e non convenzionale della società in cui viviamo.
Purtroppo siamo state di nuovo, violentemente, costrette a fare i conti con
agguati e ferimenti ancora più insopportabili perché seguiti all’iniziativa
bella e pacifica per ricordare Renato.

 Allora queste due giornate assumono – e non può
essere diversamente – un sapore diverso. Non basta denunciare un clima ormai
quotidiano di aggressioni, non basta dare il nome che meritano, fasciste, non
basta invocare provvedimenti che arrivano, se arrivano, sempre in ritardo. E’
necessario che queste due giornate, nella sala Renato Biagetti, diventino un
momento di riflessione e consapevolezza che una città che si poggia sull’
esclusione,sull’ emarginazione e l’ intolleranza è una città che ritorna al
passato. I giovani fascisti degli anni sessanta non
furono fermati: forze di polizia, magistrati e giornali correvano dietro alla
favola degli opposti estremismi.

 Noi Madri oggi con la nostra iniziativa abbiamo
un semplice obiettivo: fermare i violenti, rompendo il muro di indifferenza di
molti e  alzando la nostra voce contro l’ipocrisia di chi non vuole
vedere.

 Il Piano di sicurezza di Alemanno, i piani di sicurezza offerti dai
supersindaci non fanno altro che creare il senso di insicurezza dei cittadini,
rafforzando il sentimento dell’intolleranza per il diverso.  Alle città si
offrono muri, fatti di soldati, vigili armati, forze dell’ordine,
televigilanza, dietro i quali sentirsi sicuri e alimentare l’odio per il
diverso e la complicità nelle aggressioni. Noi pensiamo che le città debbano
aprirsi  costruendo la loro sicurezza sull’allargamento dei percorsi
democratici, del dialogo e del confronto

 Noi vogliamo che la nostra città ritorni ad essere aperta, vigilando e
denunciando ogni forma di aggressione e di intolleranza che riduce gli spazi
democratici, riportando la città e il paese indietro verso quell’unico periodo
della nostra storia dove vennero perse le forme democratiche e sorsero
razzismi, intolleranze , intimidazioni , omicidi di regime.

 Con questa iniziativa noi vogliamo dare voce al territorio con una
consapevolezza accresciuta della complessità della metropoli e della forza
creatrice e propositiva dei suoi problemi e dei sui “conflitti”, certe che solo
in questo incontrarsi sia il presupposto di  una vera politica della
sicurezza.

 Giovedì 25 settembre

 

autorecupero della
città :

i centri sociali
luoghi di sperimentazione

 

I centri sociali sono realtà che ormai da
decine di anni producono attività di diverso interesse sociale e politico in
ogni angolo del pianeta. Veri e propri laboratori di democrazia, luoghi di
sperimentazione di un’altra città, dentro la città, sono popolati da studenti,
precari, migranti, operai, e da tutti gli individui che hanno deciso di non
restare ingabbiati nella “legalità delle istituzioni” .

La prima caratteristica dei centri sociali è
proprio quella capacità di costruire uno spazio che va oltre i muri
dell’edificio occupato, un protagonismo sociale che si diffonde in città e
diventa di interesse pubblico. La seconda è il desiderio di autonomia come
valore fondativo dell’esperienza autorganizzata, capace di articolarsi in ogni
direzione: da quella produttiva a quella più specificamente politica. Anche
questa autonomia travalica lo spazio fisico e assume un valore vivo e
riproducibile.

La presenza dei Centri Sociali in ogni
territorio è ancora considerata dalle istituzioni un’anomalia da reprimere e
normalizzare e non quello che sono in realtà per chi li vive quotidianamente:
spazi di libertà e democrazia, luoghi di produzione politica, sociale e
culturale.

  Voci
di:

Germana  Villetti (Madri per Roma Città Aperta),  Roberto Morea (Transform), esponenti
delle occupazioni di Acrobax Project – L.O.A. del Precariato Metropolitano
Ex-Cinodromo,  L38
Squat/Laurentinokkupato
– 6° ponte Laurentino,  La Torre – Casal de’ Pazzi, 
Forte Prenestino
– Centocelle, Horus Occupato
– Monte Sacro, Esc – San Lorenzo,  Factory – Riva Ostiense –
Ponte di ferro,  Ex – Snia Viscosa
Pigneto,  La Strada – Garbatella,
Gruppo del rap romano “Gli apostoli di strada”,
L’una e le altre –
Spinaceto

Verranno
proiettati documentari prodotti da centri sociali

 

Venerdì 26 Settembre

le occupazioni
abitative :

sperimentazione di
un nuovo modo di abitare

La città vive una situazione di emergenza abitativa
che colpisce in maniera particolarmente grave i percettori di reddito
saltuario, intermittente, attività legate ad un’economia di sussistenza, ma il
territorio metropolitano conta un numero crescente di soggetti che pur avendo
potenzialmente diritto all’assegnazione di unità abitative a prezzi calmierati
sfuggono o non possono essere intercettati dalle graduatorie attuali. Questa
moltitudine di persone è costituita da studenti fuori sede, lavoratori precari
e interinali, famiglie monoparentali, lavoratori migranti, una popolazione
coinvolta da quei processi di trasformazione del mercato del lavoro
caratterizzati da discontinuità/flessibilità. La possibilità per queste
categorie di persone di trovare un’abitazione dignitosa e a prezzi accessibili
nel mercato degli affitti o di rientrare nelle graduatorie dell’edilizia
residenziale pubblica, proprio a causa delle caratteristiche del loro reddito,
sono nulle o remote.

Questa città è frutto del capitalismo
estremo della rendita immobiliare, è il risultato di politiche volte
all’esclusione ed emarginazione degli abitanti, è il luogo di pratiche di
autoritari controlli, ma anche di conflitti e resistenze.

Da tutto questo nascono le occupazioni a
scopo abitativo, che rappresentano , non solo la soluzione di un tetto sotto il
quale dormire, ma anche un vero e proprio progetto di rigenerazione edilizia e
di costruzione di nuove forme dell’abitare. Il recupero di un diffuso
patrimonio edilizio inutilizzato, architettonicamente degradato, collocato in
aree urbane spesso prive di servizi alla popolazione, dove le comunità  costruiscono il proprio spazio vitale e si
riconoscono. Possiamo dire che rappresentano laboratori di progettazione e
costruzione di un nuovo modo di abitare.

Proiezione
del documentario:


Non Tacere
(2007)  di Fabio Grimaldi “produzione Blue film”

Voci
di :

Don Roberto Sardelli (autore del libro degli anni ’70 su Borghetto Prenestino a confronto con i
movimenti per la casa
)

Silvia
Macchi
(Docente Università "la Sapienza" di Roma)

Donne
Comunità Rom
di via delle Cave di Pietralata e di: 

occupanti di
Casalbertone, via Lucio Sestio, via Volonté, via Casal de Merode

 

 

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