Salutare
un figlio. Rivederlo morto.
E’
il dramma di Maria, madre di Marcello Lonzi, morto nel carcere di Livorno nel
2003.
E’
il dramma di Patrizia, madre di Federico Aldovrandi, ucciso da quattro poliziotti
durante un fermo.
E’
il dramma di Ornella madre di Nike Aprile Gatti, morto nel carcere di
Sollicciano (Firenze),
E’
il dramma di Maria, madre di Manuel Eliantonio,morto nel carcere di Marassi a
22 anni.
E’
il dramma della mamma di Stefano Cucchi, morto in carcere a Roma dopo un
arresto per pochi grammi di droga.
E’
il dramma di Rosa, madre di Giuseppe Saladino, morto a Parma dopo solo 15 ore di
carcere.
Uno
stato che sottrae un figlio e lo
restituisce morto, negando ogni possibilità di avvicinarlo, di esercitare il
diritto di ogni madre di constatare la salute e le condizioni del proprio
figlio, anche di chi si trovi in
carcere.
In
ricordo di Renato, accoltellato per odio e intolleranza nel 2006, le Madri per Roma Città Aperta vogliono
interrogarsi su questi eventi, su queste maternità negate che calpestano i diritti dell’individuo e rappresentano un gravissimo segnale di deriva della nostra democrazia.
Anche
queste morti appartengono al tema della sicurezza. Sicurezza anche dei
cittadini quando hanno a che fare con le istituzioni repressive e carcerarie.
Per
questo come madri non vogliamo dimenticare Nabruka Mimuni, la donna che si è tolta
la vita nella notte tra il 6 e il 7 maggio di quest’anno nel lager di Ponte
Galeria, alle porte di Roma.
Abbiamo
contestato ai vari sindaci la risposta
xenofoba e repressiva delle istituzioni a fenomeni di grave disagio e
precarietà, che ha alimentato episodi di razzismo e violenza, opponendo,
praticando e sostenendo la cultura della
diversità e del rispetto.
Vogliamo affrontare il tema della sicurezza portandolo anche
dietro le mura di un carcere o di un
CIE. Vogliamo riproporre il tema dei diritti dentro la città e soprattutto nei luoghi dove sembra che
rappresentanti dello Stato possano esercitare un diritto di vita e di morte su
cittadini italiani e stranieri.
Come
le madri argentine di Plaza de Majo, le madri cinesi di Piazza Tien a men e le
madri iraniane hanno chiesto giustizia e verità per i loro figli, le Madri per
Roma Città Aperta vogliono sostenere e dar voce ad ogni madre che voglia rivendicare
la dignità e i diritti dei suoi figli strappati alla vita.
Comitato Madri per Roma Città Aperta
madrixromacittaperta@libero.it
Sabato
14 novembre ad Acrobax (ex Cinodromo)
Ponte Marconi
ore 17,30
Incontro con
avvocati, operatori del carcere, associazioni
Cena per sostenere la
famiglia di Manuel Eliantonio